Per quanto riguarda lo stato e le previsioni dell‘economia lombarda, “avremo un rallentamento nella parte finale dell’anno, questo mi pare inevitabile. E avremo un 2023 in cui, se non ci sono miglioramenti improvvisi, cominceranno a manifestarsi pienamente gli effetti dell’aumento dei prezzi, anche attraverso la domanda delle famiglie, la grande incertezza che frena gli investimenti delle imprese e avremo un graduale rientro dell’inflazione”. Lo ha detto il direttore della sede milanese di Banca d’Italia, Giorgio Gobbi, a margine della presentazione del report di Banca d’Italia sullo stato dell’economia lombarda, presentato questa mattina nella sede milanese di Confcommercio, a Palazzo Castiglioni. Gobbi ha continuato ricordando l’emergenza della situazione attuale: “Ora è chiaro che più abbiamo incremento e shock dei prezzi delle materie prime e dell’energia, più questo rientro dell’ inflazione sarà lento e si protrarrà. Difficile prevedere”. Il direttore ha concluso ricordando la resistenza dell’economia lombarda: “è molto forte, ha dimostrato di essere molto robusta, sia durante il Covid sia dopo, quindi probabilmente avremo solo un rallentamento e non una vera e propria contrazione della produzione però, ripeto, l’incertezza è talmente grande che qualsiasi previsione può essere smentita tra pochi giorni”.
Il Pil della Lombardia, precipitato nel 2020 di quasi il 9% e risalito l’anno successivo del 6,8%, quest’anno dovrebbe ulteriormente crescere del 3,3%. Emerge dall’analisi dell’economia lombarda contenuta nel Report regionale di Banca d’Italia presentato oggi. Una risalita, quella del prodotto interno lordo lombardo, rallentata nel secondo trimestre con il conflitto in Ucraina. Su questi macro-dati di fondo il terziario registra una variazione percentuale positiva, nel primo semestre 2022, in particolare per ricettività e ristorazione: + 55,4% (senza, però, poter ancora raggiungere i livelli pre-Covid del 2019: – 5,8%). Segno +, nei primi sei mesi 2022, anche per commercio all’ingrosso (16,6%), servizi alle imprese (13,5%) e commercio al dettaglio (7,4%).
In Lombardia (come in tutto il Nord Ovest) il clima di fiducia delle imprese è in deciso peggioramento – emerge dal report -, non solo nel manifatturiero: le imprese di servizi, nell’indicatore non lontane da 120 lo scorso anno, sono ora sotto 100.
Un dato significativo emerge, per la Lombardia, sulla natalità d’impresa con la forte crescita delle attività caratterizzate dall’elevato grado di digitalizzazione.
Nell’internazionalizzazione sono positive le prospettive per il commercio di servizi (logistica, finanza). Restano elevati i livelli di export delle imprese lombarde anche nel secondo trimestre 2022, nonostante i problemi legati all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime e le difficoltà per alcune forniture. Le esportazioni lombarde crescono comunque del +10,2% rispetto allo scorso trimestre, ma si riducono, al netto dei mezzi di trasporto, i volumi di merci scambiate.
Turismo: nel primo semestre di quest’anno la spesa dei turisti stranieri è più che triplicata rispetto ai minimi dell’epoca Covid, ma resta ancora al di sotto (-6,7%) del livello del primo semestre 2019.
Giorgio Gobbi, direttore della sede milanese di Banca d’Italia.
“L’economia della Lombardia sta rallentando, però mantiene i suoi punti di forza, in particolare il settore del terziario, con il commercio internazionale dei servizi, il turismo e l’accoglienza”. Lo ha detto Carlo Sangalli, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia Milano Lodi Monza e Brianza. Sangalli ha continuato ricordando il problema del caro energia: “C’è l’insopportabile caro energia che resta la prima emergenza e peggiora il clima di fiducia delle imprese”. Secondo il presidente di Confcommercio, questa emergenza “deve essere affrontata soprattutto a livello europeo con il Recovery fund e il controllo del prezzo di gas ed elettricità”. Durante il suo intervento, Sangalli ha ricordato che la particolarità dell’economia regionale sia la sua varietà: “l’economia della Lombardia sta rallentando ma mantiene i suoi punti di forza perché la varietà della nostra regione, che non si identifica in una nicchia o distretto, è una forza sostenuta dalla forte terziarizzazione che Confcommercio rappresenta”. Al nuovo governo, “chiederemo di risolvere il problema drammatico del caro energia”, ha detto ancora Sangalli. Alla domanda se Giorgia Meloni sia la persona adatta ad affrontare questa situazione di emergenza e incertezza, Sangalli ha risposto: “Tutti ci auguriamo di sì”.
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