Manni e Agostino di nuovo insieme per l’Onegin di Cranko

Dal 14 al 26 settembre il balletto Onegin con la coreografia di John Cranko e la musica di Cajkovskij torna al Teatro alla Scala.

0
251

di Clizia Gurrado

Dal 14 al 26 settembre il balletto Onegin con la coreografia di John Cranko e la musica di Cajkovskij torna al Teatro alla Scala. Un titolo magico, un capolavoro assoluto, il dramma in danza che a ogni rappresentazione incanta e conquista il pubblico di tutte le età.

Accanto a Roberto Bolle e Marianela Nuñez, protagonisti di quattro rappresentazioni, numerosi sono i debutti e gli importanti ritorni che vedremo nelle recite del 15, 21, 22, 24 e 26 settembre.

Abbiamo incontrato Nicoletta Manni e Marco Agostino, visti e amati nei ruoli di Tatiana e Onegin nel 2017 e nel 2019 e che potremo applaudire di nuovo giovedì 15 e mercoledì 21. Per noi hanno dato vita a questa intervista, un vero e proprio passo a due.

Come avete lavorato per preparvi a questo balletto?

Manni: Io e Marco abbiamo avuto la fortuna di debuttare nei ruoli di Tatiana e Onegin nel 2017 e costruire insieme e da zero i personaggi, arrivando ad avere la fluidità e la tecnica necessarie, oltre alla intensità emotiva, per rapportarsi con la storia e la narrazione. A livello tecnico Onegin richiede una grande preparazione e una forte intesa. Ci sono passi a due molto complessi, prese e passaggi che sono davvero molto difficili. Il balletto va costruito insieme.

Agostino: Con Nicoletta abbiamo approcciato il ruolo sapendo che si trattava di un capolavoro assoluto. Abbiamo debuttato tre anni fa e ricordo la fatica delle cinque ore di prove al giorno, le tante settimane di lavoro. Alla fine della giornata eravamo sfiniti. Ballare con Nicoletta è fantastico. Ci capiamo subito e oggi, nei passi a due, ci fidiamo di più anche emotivamente e, quando danziamo, ora siamo completamente personaggio.

Chi sono Tatiana e Onegin?

Manni: Tatiana e’ uno dei miei ruoli preferiti. Mi permette di vivere emozioni uniche e devo dire che mi sento molto a mio agio in queste vesti. Mi piace la forza interiore che dimostra ma anche la sua emotività e femminilità, che sento mie. Tatiana ha tante sfaccetatture. Nel primo atto è una ragazzina di sedici anni, chiusa, che non ama divertirsi, si rifugia nei libri e crede nel vero amore. Quando vede Onegin, se ne innamora perdutamente. Nel terzo atto però si trasforma in una donna forte, con un vissuto precedente che l’ha fortificata presentando una grande intensità espressiva.

Agostino: Onegin cambia molto dal primo al terzo atto anche perché la narrazione presenta un passaggio di età. E’ un personaggio difficile soprattutto all’inizio: è ricco e annoiato, non ha senso di appagamento. E’ stato complesso riuscire a dare questa nota di disinteresse e cinismo e allo stesso tempo rendere il personaggio aristocratico e affasciante come vuole Puškin. Mi sono ispirato a Roberto Bolle e Massimo Murru e poi sono ripartito da capo. Ho letto il libro, ho visto il film con Ralph Finnies. Ho approfondito il personaggio cercando man mano di dare forma al mio con i maestri in sala. E’ stato un lavoro a 360 gradi.

Come sono cambiati i vostri personaggi negli anni?

Manni: Sono cresciuta e questo è fondamentale. Riprenderlo dopo aver vissuto tante vicissitudini personali mi ha reso più pronta e più matura a confrontarmi con questo ruolo.

Agostino: Nel corso degli anni il personaggio cambia e cresce con te. Quest’anno posso dire di aver approfondito e compreso di più il cinismo e la freddezza che usa verso Tatiana. Negli anni passati mi ero concentrato maggiormente sulla parte drammatica degli atti successivi. In più la coreografia di Cranko è fantastica perché presenta una dialettica classica di stampo accademico funzionale alla narrazione della storia. All’inizio sembra darti molte regole. Poi seguendole, ti rendi conto di essere libero di dare forma alla tua interpretazione.

Cosa dire della Musica?

Manni: E’ Cajkovskij! Meglio di così non potevamo assolutamente avere.

Agostino: E’ qualcosa di meraviglioso! Ho scoperto che la Scena dello Specchio è stata scritta per un Romeo e Giulietta che poi Cajkovskij non ha mai fatto, quindi ha un romanticismo intrinseco molto importante.

Rileggete il libro prima del balletto?

Manni e Agostino: Tutte le volte!

Nicoletta Manni Marco Agostino ph Brescia e Amisano. Teatro alla Scala

Teatro alla Scala

4, 15, 17, 20, 21, 22, 23, 24, 26 settembre 2022​

ONEGIN

Balletto in tre atti di

John Cranko

ispirato al poema di Aleksandr Puškin

Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij

arrangiamento e orchestrazione di Kurt-Heinz Stolze

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.