Il vecchio M5S che dice no a tutto, dallo Stadio alle Olimpiadi

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di Fabio Massa

Finalmente è tornato il caro vecchio Movimento 5 Stelle. Beh, finalmente. E pure caro e vecchio mi paiono aggettivi eccessivi. Diciamo che è tornato il Movimento 5 Stelle. Quello che dice di no a tutto. No ad Expo, no alle tangenziali, no alle autostrade, no alle grandi opere, no alle piccole opere, no ai grandi eventi, no ai piccoli eventi. E fa niente che pure avevano chiesto scusa per aver perso le Olimpiadi di Roma 2024, ché se ne sono pentiti, un battito di ciglia e non di più, perché adesso il sacro Blog di Beppe Grillo suona la carica, con una sconosciuta senatrice che afferma – sicura sicura – che le Olimpiadi invernali del 2026 saranno “una colata di cemento”. Esattamente questo: una colata di cemento. Esattamente come il nuovo Stadio Meazza, che – per l’ex premier Giuseppe Conte, sì proprio quello idolatrato durante la pandemia ma che da queste parti non ha mai avuto simpatia – si tratta di un’opera che è anch’essa una colata di cemento. E fa niente che manco si sappia se ci sarà, questa colata di cemento, e soprattutto dove. E fa niente pure se l’attuale stadio anche è una colata di cemento, giacché non abbiamo ancora visto una struttura sportiva fatta di marzapane. E fa niente, ancora una volta ripetiamo questo mantra “fa niente”, che poi vuol dire “fare niente” che è il motto distintivo del M5S, che San Siro non sia un quartiere che proprio proprio è una riserva naturalistica, ma più che altro un luogo da risistemare e rendere più vivibile. Insomma, Giuseppe Conte dice scemate. Ci siamo abituati. Mettiamoci dentro anche un po’ di presunzione di colpevolezza (chissà quanti ci mangeranno su, signora mia), e abbiamo la filosofia in purezza del caro vecchio Movimento 5 Stelle. Che poi c’è una cosa che mi rende assai perplesso. Conte viene qui e dice che la sua candidatura su Milano (uno dei millemila luoghi in cui è candidato, beninteso) è un atto di attenzione. Matteo Renzi viene qui e vuol spiegare il motivo perché si candida su Milano. Pure Enrico Letta arriva per parlare alla Festa dell’Unità a Milano (peraltro c’erano meno persone che a sentire Renzi, l’altra sera), da candidato capolista in Lombardia. Oh, arrivano tutti a Milano quando c’è da candidarsi e prendere voti. Non mi ricordo tutto questo affollamento mentre chiedevamo supporto per l’Ema, e neppure adesso che c’è il problema delle aziende di trasporto che tra energia rincarata e tutto avrebbero proprio bisogno di un aiutino statale…

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