Gli agenti della Polizia locale del Comando decentrato del Municipio 8 hanno individuato un’attività illecita di trasporto e stoccaggio di rifiuti organizzata da un’impresa edile di Settimo Milanese con la complicità di un dipendente di Amsa. La discarica abusiva era in via Chiasserini.
A conclusione delle indagini preliminari, sono quattro le persone indagate, due cittadini italiani e due cittadini stranieri, uno di origine albanese e l’altro di origine nigeriana. Sono stati deferiti per i reati di trasporto illecito di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva, in concorso tra loro. Il dipendente Amsa è accusato inoltre di peculato, per aver utilizzato a proprio vantaggio il veicolo di cui disponeva e ancora, in concorso con il titolare della ditta, dovrà rispondere di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.
Le indagini erano state avviate lo scorso dicembre da parte degli agenti del Nucleo Motociclisti e dell’Ufficio PG esterna di Zona 8, in collaborazione con due agenti esperti in informatica.
Nel corso delle indagini, che sono risultate complesse e hanno richiesto l’utilizzo di fototrappole e dispositivi di localizzazione Gps, è emerso che il titolare dell’impresa edile, insieme a due suoi dipendenti, era stato notato compiere ripetuti movimenti in via Chiasserini a bordo di due autocarri. In quest’area, con l’ausilio del dipendente Amsa, venivano in parte abbandonati e in parte ricaricati sul mezzo della municipalizzata materiali di varia natura, alcuni classificabili come rifiuti speciali e pericolosi.
L’operatore Amsa portava poi il mezzo carico in discarica riferendo di aver trovato il contenuto in stato di abbandono. Altre volte invece inviava una segnalazione sulla presenza di rifiuti da rimuovere; poiché si trattava di rifiuti speciali, per la rimozione venivano chiamate ditte terze, con un conseguente aggravio di spese quantificate in totale in circa 13 mila euro.
La presenza dell’operatore e dell’autocarro con la livrea dell’azienda dei rifiuti garantiva una solida copertura al personale dell’impresa di Settimo. Più volte infatti alcuni passanti avevano notato gli strani movimenti ma proprio in virtù della presenza del furgone Amsa non avevano segnalato o denunciato l’abbandono dei rifiuti convinti si trattasse di un’operazione lecita. Gli inquirenti sono inoltre riusciti a filmare diversi scambi di denaro che avvenivano tra gli indagati, durante i quali l’imprenditore di Settimo “ricompensava” l’operaio di Amsa per il proprio aiuto.
Durante il periodo delle indagini gli investigatori della Polizia locale hanno rilevato, oltre a macerie e materiali edili vari, anche l’abbandono di almeno 20 estintori e 40 taniche contenenti liquidi pericolosi di varia natura, tra i quali rifiuti di industria grafica e olii esausti, questi ultimi sottoposti immediatamente a sequestro al fine di analizzare il contenuto, a tutela dell’incolumità pubblica e dell’ecosistema, considerato che tali materiali erano accessibili a chiunque.
“Un’ottima attività di indagine della Polizia locale che con l’ausilio delle fototrappole ha interrotto l’abbandono illecito di rifiuti e ha permesso di liberare l’area di via Chiasserini – dichiara Marco Granelli assessore alla Sicurezza – . Sono importanti la presenza capillare sul territorio degli agenti, la verifica delle segnalazioni e la tecnologia. Sappiamo che esistono a Milano aree critiche per l’abbandono dei rifiuti e per questo in collaborazione con Amsa stiamo incrementando la rete di videosorveglianza che ha già dimostrato la sua efficacia”.
A conclusione dell’attività investigativa della Polizia Locale, sono stati emessi dall’Autorità Giudiziaria decreti di perquisizione a carico degli indagati e di sequestro preventivo per i due veicoli utilizzati per scaricare i rifiuti che, ai sensi del Testo Unico Ambientale, saranno oggetto di confisca.
In una nota da Palazzo Marino si specifica che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.