A2A-AEB, il Cinquestelle Fumagalli chiede chiarezza

Il consigliere regionale pentastellato Marco Fumagalli chiede chiarezza sulle transazioni seguite ai ricorsi contro la fusione tra le due società e annuncia querele contro chi dice che ne avrebbe tratto vantaggi personali.

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Sulla vicenda della fusione tra AEB e A2A interviene ancora il consigliere regionale M5S, Marco Fumagalli che si concentra ora sull’avvenuta transazione con le società ricorrenti e sull’esito ad oggi sconosciuto dell’impugnazione di BEA Spa. Marco Fumagalli (M5S Lombardia): “Circolano voci secondo le quali io avrei ottenuto vantaggi economici a seguito della transazione tra A2A e le aziende che impugnarono insieme a me la delibera del comune di Seregno. Voci che ovviamente smentisco, non avendo mai ricevuto nulla, nemmeno a titolo di rimborso delle spese legali sostenute. Motivo per cui procederò a querelare per diffamazione chiunque produca altre illazioni su eventuali somme da me percepite per tale vicenda. Sarebbe invece opportuno rendere pubblico il contenuto degli atti transattivi per capirne la natura giuridica. La politica brianzola dovrebbe anche fare luce sull’impugnazione che BEA ha effettuato nei confronti di A2A e AeB ad adiuvandum al mio ricorso, per verificare se anche in quel caso ci sia stata una transazione. È paradossale che i comuni brianzoli restino inerti rispetto all’annullamento da parte del Consiglio di Stato dell’operazione A2A, mentre gli stessi comuni la contrastano in giudizio tramite la propria controllata BEA. È evidente che gli interessi sono tali che la politica si è arresa di fronte ai poteri finanziari.” Il consigliere comunale Tiziano Mariani, che ha avuto il riconoscimento delle proprie ragioni tramite l’annullamento della delibera del consiglio comunale di Seregno, da cui partì l’illegittima operazione, esprime solidarietà a Marco Fumagalli per le illazioni ricevute: “Spiace constatare come chi si oppone a certe scelte ingiuste di svendita delle aziende pubbliche venga lasciato solo e accusato ingiustamente di aver svolto la propria azione per fini di lucro. Proprio a tutela dell’onorabilità di entrambi, la Procura dovrebbe fare chiarezza sugli aspetti transattivi. Non è possibile che a fronte di una sentenza che indica la necessità di una gara, il comune di Seregno non abbia preso i necessari provvedimenti. Oltre ad un corto circuito della politica, mi pare anche un testacoda giudiziario per cui si deve indagare affinché si possa affermare che viviamo in uno stato di diritto.”

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