Torna il Pride di Milano, sfilata il 2 luglio per i diritti e contro la guerra

Torna sabato 2 luglio, dopo lo stop degli ultimi due anni per la pandemia, la parata del Gay Pride. 'Diritti senza conflitti' è il titolo di quest'edizione che vuole lanciare anche un messaggio contro la guerra e di solidarietà al popolo ucraino

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Torna sabato 2 luglio, dopo lo stop degli ultimi due anni per la pandemia, la parata del Gay Pride. ‘Diritti senza conflitti’ è il titolo di quest’edizione che vuole lanciare anche un messaggio contro la guerra e di solidarietà al popolo ucraino. La manifestazione è stata presentata questa mattina a Palazzo Marino. Presente anche l’assessore comunale alle Politiche sociali, Lamberto Bertolé. La parata, preceduta da oltre una settimana di incontri e iniziative diffuse, partirà da piazza Repubblica alle 15 e arriverà all’Arco della Pace, dopo aver sfilato per viale Monte Santo, i Bastioni di Porta Nuova, piazza XXV Aprile, i Bastioni di Porta Volta, viale Elvezia e parco Sempione. E proprio all’ Arco della Pace dalle 18 avrà inizio il grande evento finale con due team di conduttori: prima Katia Follesa, Valeria Graci e Pietro Turano, e a seguire Michela Giraud e Pierluca Mariti. Fra gli artisti sono attesi: Baby K, Francesca Michielin, Michele Bravi, Emma Muscat, M¥SS KETA, Immanuel Casto, le Karma B, Romina Falconi, Debora Villa e le drag di Drag Race Italia. È prevista per la prima volta anche una premiazione simbolica per la realtà che avrà allestito il carro considerato più eco-friendly, per favorire una partecipazione in ottica green. Intervenendo alla presentazione, l’assessore Bertolé ha affermato: “Il nostro Paese ha ancora un ritardo profondo da colmare. La nostra città dal 2011 concede il patrocinio alla settimana del Pride per dare un segnale di vicinanza ai diritti civili e di necessità di lotta per i diritti civili e contro ogni forma di discriminazione. Fino a pochi anni fa le persone venivano lasciate sole.

Alice Redaelli

La città di Milano ha deciso invece di essere contemporanea, di non guardare all’identità e alla sessualità delle persone con uno sguardo retrogrado. Dobbiamo anche stimolare il legislatore a colmare un ritardo, a fare la propria parte a sostegno dei diritti civili”.
Alice Redaelli, volontaria e tra gli organizzatori del Pride milanese, parlando della manifestazione ha spiegato: “Quest’anno è emerso in maniera particolare il nostro supporto alle comunità vittime della guerra e delle violenze. Un supporto alla comunità ucraina è visto come un passaggio obbligato. Ne parleremo molto, invitando anche alcuni attivisti dei paesi dell’ex blocco sovietico a portarci la loro esperienza. Per il resto le nostre rivendicazioni sono storiche: diritti civili per tutti. Dal superamento delle unioni civili, passando per i diritti delle famiglie omogenitoriali, per l’educazione rivolta ai ragazzi per sensibilizzarli su queste tematiche, fino ai diritti delle persone trangender. “Di pochi giorni fa – ha ricordato – la tragica notizia della morte di Cloe Bianco, una donna transgender che, con grande strazio, non ce l’ha fatta. Questo rende l’urgenza di queste persone di essere accolte e di una vera sensibilizzazione sul tema che possa permettere loro di vivere la propria vita. Il motto di quest’anno è ‘diritti senza conflitti’ proprio perché i diritti sono diritti, non privilegi. Sono parte del nostro tessuto sociale, e non dovrebbero essere acquisiti tramite i conflitti”.

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