Open Fiber a corto di mano d’opera: “Impiegare immigrati e detenuti”

L'ad di Open Fiber, Rossetti: "Servono 3.400 persone nei cantieri" per portare la fibra in tutta Italia. Con il Governo "si sta pensando di aprire ai lavoratori delle tlc il decreto flussi e di usare anche i detenuti".

0
256

I cantieri delle telecomunicazioni sono fermi per mancanza di mano d’opera. “C’è una difficoltà di sistema a realizzare i lavori – spiega l’ad di Open Fiber Mario Rossetti – anche se avere alle spalle un gruppo come Cassa Depositi e Prestiti ci dà un respiro più ampio ma la capacità produttiva della filiera è limitata”. “Abbiamo da dare lavoro a 1.500 persone solo nelle aree bianche, su tutto il perimetro di Open Fiber diventano 3.400, una cifra che andrà al raddoppio – spiega Rossetti – Quello che ci sta frenando non i soldi o la capacità manageriale ma la mano d’opera”. “Useremo modalità straordinarie: l’azienda si sta dotando di risorse proprie, stiamo guardando ad altri operatori internazionali che possono entrare su questo mercato e abbiamo spostato risorse dalle aree nere a quelle bianche”. “Con il Governo stiamo discutendo anche per inserire nel nuovo decreto flussi i lavoratori tlc e ci sono contatti con il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) per usare i detenuti come manodopera nei cantieri”, aggiunge Rossetti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.