La Procura di Milano sta approfondendo, ascoltando altre presunte vittime e testimoni, il caso di Marco D’Annunzio, l’ormai ex dirigente medico infettivologo del Crh-Mts di viale Jenner, centro specializzato in malattie a trasmissione sessuale, finito ai domiciliari nella serata di martedì con l’accusa di violenze sessuali su sei giovani pazienti. Come emerge dagli atti, ma anche dal materiale già raccolto dai pm con segnalazioni, denunce e testimonianze, le donne che avrebbero subito abusi nella struttura, ma anche con visite a casa, sarebbero molte di più. Per questo, nell’inchiesta condotta dalla polizia e coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, gli inquirenti stanno sentendo a verbale diverse persone, anche perché le giovani si rivolgevano al centro specializzato con l’ovvia garanzia dell’anonimato. Potrebbero esserci già un’altra decina di casi al vaglio, anche perché l’infettivologo lavorava anche in un altro centro in via Pace. Intanto, dai verbali delle vittime, riportati nell’ordinanza cautelare del gip Giulio Fanales, risulta che le giovani, ‘indebolite’ dai problemi di salute che volevano solo risolvere, erano spaventate, intimorite dall’atteggiamento del medico, che le sottoponeva a violenze fisiche e verbali giustificandole come parte del suo lavoro. I consigli del medico, sintetizza il gip facendo riferimento alle parole di una vittima, “erano più in ambito sessuale che diagnostico”. Una ragazza ha raccontato che D’Annunzio, prima degli abusi le diceva: “la gestione dell’ansia è connessa a tutto il vissuto dell’esperienza sessuale”. Un’altra era salita “sulla propria bici” ed era fuggita dal centro “pedalando ‘a più non posso’ per non essere raggiunta” da lui. E poi ancora una giovane “si era sentita sopraffatta e avrebbe voluto tagliargli la mano”. L’uomo sarà interrogato dal gip lunedì prossimo.
Medico arrestato per violenze sessuali, si indaga su altri dieci casi
La Procura di Milano sta approfondendo un'altra decina di presunti casi di violenza ai danni delle pazienti dell'infettivologo milanese arrestato ai domiciliari. Le vittime: "Venivamo sopraffatte".