L’embargo al petrolio, ultima presa in giro targata Ue

Il consiglio europeo ha deliberato di non importare più il petrolio russo. Embargo? Nì: Sarà fermato solo il petrolio che viaggia per mare // di Fabio Massa

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La montagna ha partorito il topolino. Non ci si poteva aspettare niente di meglio dall’Unione Europea. Riassunto dell’ultima penosa puntata della serie “Come non sanzionare Putin”: l’incontro straordinario del Consiglio europeo con il vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Unione ha deciso solennemente di non importare più il petrolio russo. Embargo! Sì, ma. Fermano il petrolio russo che viaggia per mare. Quello che invece viaggia negli oleodotti, o in altre maniere che non siano le navi, può essere tranquillamente comprato o venduto.

Ovviamente l’Ungheria di Orbán è contentissima, e infatti subito ha fatto sapere che sul petrolio russo, per l’Ungheria, non c’è alcun embargo. Andiamo bene eh. Grande compattezza proprio. Avanti così: con una mano diamo i soldi a Putin per fare la guerra in Ucraina e con l’altra diamo le armi a Zelensky per difendersi da Putin. Tafazzi, praticamente.

 

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