Onlit, nuova Cargo City al posto del Terminal 2 di Malpensa

Dario Balotta, presidente dell'Osservatorio Nazionale sulle liberalizzazioni e i trasporti, propone di realizzare la nuova Cargo City al posto del T2 di Malpensa, chiuso da 2 anni per Covid, invece che allargarsi nel Parco del Ticino.

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“Il Master Plan 2035 non fa tesoro degli errori fatti da SEA nella programmazione e gestione di Malpensa 2000 da quando l’aeroporto è nato nel 1999. Proporre ora una seconda Cargo city fuori dal sedime aeroportuale danneggerebbe irrimediabilmente la brughiera e la biodiversità del Parco del Ticino”. Lo sostiene Dario Balotta presidente dell’Osservatorio Nazionbale sulle liberalizzazioni e sui trasporti (Onlit) intervenuto  al convegno ‘Malpensa e gli impatti sul territorio’.  “Anche dal punto di vista trasportistico e dei costi d’investimento sarebbe una scelta inspiegabile – afferma Balotta –  La futura domanda di traffico è stata sovrastimata per giustificare l’investimento. Nel 2000 erano previste un milione di tonnellate merci/anno per il 2007, in realtà furono 486. Nemmeno la metà rispetto alle aspettative”.
L’unica seria e sostenibile possibilità per realizzare una seconda Cargo City a Malpensa, sostiene Balotta,  è quella di costruirla sull’attuale sedime aeroportuale, senza cioè consumare nuovo suolo e invadere l’area del parco del Ticino o le aree verdi circostanti. “Si tratterebbe di abbattere l’attuale Terminal 2 adibito ai soli passeggeri, che è obsoleto e non più funzionale, e attualmente è in uso solo per il servizio passeggeri delle compagnie low cost e che la Sea vorrebbe tenere chiuso fino al 2026. Per continuare a utilizzarlo sarebbe necessario un profondo restyiling e un ammodernamento delle reti elettrica e del riscaldamento per renderlo efficiente sotto il profilo energetico e metterlo a norma.
Il T2 è chiuso da due anni per Covid e attualmente la Sea non lo vuole riaprire a causa dei suoi alti costi di gestione e perché le capacità dei tre satelliti del T1 bastano per soddisfare l’attuale domanda di traffico ancora debole a causa della guerra scoppiata in Ucraina. In caso di trasformazione del T2 in scalo cargo, i passeggeri verrebbero finalmente inglobati nel T1, il che costituirebbe una razionalizzazione delle operazioni aeroportuali con un forte risparmio dei costi di gestione e un aumento della produttività. Il T1 può ospitare 44 milioni di passeggeri/anno, mentre nel 2019 ne sono transitati solo 19,6 milioni, a cui si aggiungono i 6,1 milioni del T2 per un totale di 24,7 milioni”.
“Trasformare in scalo cargo il T2 di Malpensa ottimizzerebbe l’uso dell’area, peraltro posta in un sito ottimo per i movimenti a terra degli aerei e per l’accesso alle piste. E renderebbe inutile il progettato collegamento ferroviario MalpensaT2-Gallarate: a Gallarate servirebbe il quadruplicamento della linea per Milano oggi satura, non una costosissima infrastruttura che distruggerebbe altri ettari di brughiera. Non solo nonostante i 240 treni giornalieri che collegano Milano e Malpensa la quota di trasporto modale in treno è inferiore al 13% mentre nei maggiori scali europei raggiuge anche il 40%”.

 

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