“In ospedale con ferite e febbre alta”, il foreign fighter italiano in costante contatto col padre

L'ex calciatore 29 enne che si è arruolato nelle brigate internazionali a fianco dell'esercito di Kiev, è in ospedale con varie ferite e febbre alta dopo un attacco russo a Mariupol. La Procura di Milano indaga sui foreign figher italiani.

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E’ in costante contatto telefonico col padre Ivan Luca Vavassori, l’ex calciatore di 29 anni andato a combattere in Ucraina nelle brigate internazionali, a fianco dell’esercito di Kiev, e che ieri attraverso uno dei suoi profili social ha fatto sapere di essere “vivo” e ricoverato in ospedale con “febbre molto alta, alcune ferite in varie parti del corpo” dopo essere sopravvissuto ad un attacco russo a Mariupol. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo per capire se ci siano o meno profili di illegalità dietro la scelta del giovane di arruolarsi. L’indagine è stata aperta dall’antiterrorismo milanese sulla base di notizie di stampa perché il padre Pietro Vavassori vive a nel capoluogo lombardo. Da quanto si è appreso, il papà è riuscito a parlare col figlio al telefono anche ieri sera e il giovane – nato in Russia e adottato anche da Alessandra Sgarella (sequestrata dalla ‘ndrangheta nel ’97 e morta nel 2011 per una malattia) – si troverebbe al momento fuori dai luoghi occupati dall’esercito di Mosca. Nel frattempo gli accertamenti nell’indagine milanese partono anche da una serie di verifiche a più ampio raggio su altri foreign fighter italiani che sarebbero partiti per andare in Ucraina, almeno una decina ma forse anche di più (si parla al massimo di una quarantina). Potrebbero essere contestati reati se saltassero fuori attività di reclutamento e arruolamento o figure di mercenari che agiscono in cambio di soldi.

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