Manca circa un anno alle elezioni regionali lombarde, ma la campagna elettorale sembra accendersi già ora, almeno nella scelta dei candidati a presidente della Regione, con un
centrodestra in attesa della risposta di Fontana, ma che non vuole correre rischi con una Lega appannata nell’immagine da Russia e
passata gestione sanitaria della pandemia e un centrosinistra che appare determinato a cercare una persona di rilievo con cui dare
l’assalto al Palazzo della Regione. Il pressing discreto, ma costante, sull’uomo che ha appena riconquistato Milano, Giuseppe Sala, continua,
anche se il primo cittadino per ora ha declinato l’invito, mentre rimane d’attualità il nome dell’economista Carlo Cottarelli. Da qui nascerebbero timori e malumori dentro la base del centrodestra con Fratelli d’Italia e Forza Italia pronti a puntare su un candidato
autorevole e più rappresentativo della coalizione se Attilio Fontana deciderà di non ricandidarsi. Di nomi al momento non se ne fanno, ma le idee sono chiare. ”Se un presidente di Regione ha lavorato bene e
non ha problemi personali gravi -dice Ignazio La Russa all’Adnkronos- noi siamo dell’idea che debba essere riconfermato, e questa regola
vale tanto per la Lombardia che per la Sicilia. Ma se qualcuno decide che questa regola non vale più o se Fontana decide di non ricandidarsi
allora Fdi può parlarne e proporre un candidato autorevole”. In attesa che l’attuale governatore sciolga la riserva però si inizia a sondare il terreno. Brucia ancora la sconfitta alle elezioni comunali con l’aspirante sindaco Luca Bernardo scelto all’ultimo e proposto dal
leader della Lega Matteo Salvini. Non convince nemmeno l’ipotesi che se Fontana, pressato dai familiari, darà forfait, scenda in campo Guido Guidesi, chiamato da Salvini in Lombardia per ricucire con il territorio dopo la gestione della
pandemia da Covid targata Lega con l’allora assessore alla Sanità Giulio Gallera. E sullo stesso Fontana alcuni fanno notare che la sua
figura, in caso di ricandidatura, potrebbe prestarsi a facili attacchi da parte degli avversari a causa delle vicende giudiziarie. Peserebbe poi nella scelta del nome da candidare la vera o presunta vicinanza
della Lega alla Russia, dopo la decisione di Putin di invadere l’Ucraina. E quasi a iniziare a prendere le distanze, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione dove si esprime ”dissenso rispetto alla permanenza di Gianluca Savoini – per sua stessa ammissione, incondizionato ammiratore di un regime nemico della libertà di stampa e della verità – tra i componenti dell’autorità regionale che ha il compito di garantire e controllare la libera
informazione in Lombardia e lo invita pertanto a rassegnare le dimissioni”.
Lombardia, per il centrodestra non c’è solo Fontana
Nella coalizione si cerca una figura autorevole nel caso in cui l'attuale presidente decidesse di non ricandidarsi.