Uggetti? Beati coloro che credono nella giustizia perché saranno giustiziati

L'ex sindaco Pd di Lodi Uggetti deve tornare a processo: la Cassazione annulla l'assoluzione in Appello. Un incubo giudiziario // di Fabio Massa

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Avevano ragione quelli che hanno voluto il ripristino della vecchia dizione “La legge è uguale per tutti” nelle aule di tribunale, rispetto alle targhe che Roberto Castelli nel 2002 fece installare in tutte le aule di giustizia (“La giustizia è amministrata in nome del popolo italiano”). La legge è davvero uguale per tutti: e per tutti vale il detto “fine pena mai”. Oppure, per dirla con un comico: “Beato chi ha fiducia nella giustizia perché verrà giustiziato”. La legge è uguale per tutti i sindaci, e consiglia fortemente di non provare neanche lontanamente a farsi eleggere. Potrebbe scriverci sopra un trattato Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi. Arrestato, fatto sfilare in piazza in mezzo al mercato perché tutti vedessero. Condannato a 10 mesi in primo grado (peraltro neppure da scontare) per un appalto sulle piscine scoperte, poi assolto in secondo grado. Ora, sei anni dopo la Cassazione rimanda tutto all’Appello, e si ricomincia. Prevedibilmente, un altro paio d’anni, senza che una città sappia se c’è stata giustizia o ingiustizia, e dunque c’è stata sicuramente ingiustizia: con il paradosso che se Uggetti si fosse fatto i 10 mesi di carcere invece di provare a riabilitare il proprio nome tutto quest’incubo giudiziario sarebbe alle spalle. Insomma: arrenditi, e ti risparmieremo la tortura.

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