Mafia: ‘Quarto Savona 15’ in piazza Reale [VIDEO]

I resti dell'auto della scorta di Giovanni Falcone esposti nel centro di Milano fino al 22 marzo. Le testimonianze di Tina Montinaro, moglie del caposcorta Antonio Montinaro, e di Luciano Tirindelli, un membro della scorta del magistrato che si salvò perché gli fu cambiato il turno.

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I resti dell'auto della scorta di Falcone in Duomo

E’ stata inaugurata in Piazzetta Reale l’esposizione dell’istallazione contenente i resti della ‘Quarto Savona 15’, la Fiat Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta del giudice Giovanni Falcone Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, morti nella Strage di Capaci di cui ricorre quest’anno il trentesimo anniversario. All’inaugurazione ha partecipato il sindaco Giuseppe Sala, il questore Giuseppe Petronzi, il prefetto Renato Saccone, l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, il presidente di WikiMafia Pierpaolo Farina a Tina Montinaro, moglie del caposcorta e presidente dell’Associazione ‘Quarto Savona 15’. “Il tema della lotta alle mafie è quanto mai attuale e la memoria serve anche per richiamare l’attenzione su una serie di questioni su cui oggi potremmo essere lontani. – ha detto Sala – Ci han presentato questa occasione e la abbiamo voluta prendere subito perché non credo ci possano essere segni più efficaci di questa installazione per spiegare cosa sono state tragedie del genere in cui servitori dello Stato hanno perso la vita”. “Con Capaci è cambiata la storia dell’Italia, non solo mia. – ha spiegato Tina Montinaro – È importante avere a Milano per la prima volta questa macchina che appartiene a tutti gli italiani onesti: dimostriamo che dopo trent’anni noi ricordiamo quegli uomini e che la mafia non li ha fermati. Si dice che al Nord la mafia non c’è ma io penso l’esatto contrario quindi è giusto ricordare e fare memoria, fare un’esame di coscienza e stare sempre molto attenti a quello che accade in Italia. La scorta di Falcone non erano solo tre ragazzi palermitani ma erano poliziotti italiani e il loro ricordo appartiene a tutti quanti noi. A trent’anni anni dalla Strage di Capaci mancano ancora dei pezzi, siamo a quasi tre decenni di processi e non sappiamo ancora la verità: credo nello Stato e nella giustizia e penso che prima o poi la verità verrà fuori”. L’istallazione sarà esposta da oggi fino a martedì prossimo e si inserisce nel palinsesto di iniziative che il Comune promuove in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Le parole del sindaco Giuseppe Sala, di Tina Montinaro, vedova dell’assistente della Polizia di Stato Antonio deceduto nell’attentato e di Luciano Tirindelli, membro della scorta di Giovanni Falcone che il giorno della strage era a riposo per un cambio turno.

 

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