Legambiente, flash mob contro “le bufale fossili e nucleari”

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Inizia oggi la campagna A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata. Contri le bufale fossili e nucleari. Eventi ed iniziative sono in programma in tutta Italia per ribadire che non possiamo perdere altro tempo davanti ad un cambiamento climatico che continua la sua inarrestabile corsa e con il rischio di superare il limite di 1,5°C in breve tempo. Continuando con le attuali politiche globali si avrà un aumento delle temperature fino a circa 2,7°C, di molto oltre gli obiettivi fissati negli Accordi di Parigi con conseguenze imprevedibili. Per questo, anche in Lombardia, presidi e flash mob simbolici sono organizzati  a Cassano D’Adda, Milano, Lodi, Mantova, Lodi e Brescia organizzati da Legambiente, Friday For Future, comitati e associazioni locali per dire basta all’insensata corsa a nuove centrali a gas. Il Ministero della Transizione Ecologica, secondo le notizie apparse sulla stampa, sta valutando interventi legati a circa 50 centrali a gas fossile per 20.000 MW di nuova potenza distribuita, parte di un piano da 30 miliardi di euro fatto di più di 115 interventi infrastrutturali del gas fossile. Cinque di queste centrali saranno collocate in Lombardia, precisamente a Cassano D’Adda, Castellanza, Tavazzano, Bertonico e Turano Lodigiano, e Ostiglia una tra quelle già autorizzate. “Il gas fossile viene descritto come l’unica opzione praticabile per affrontare il cambiamento climatico, quando in realtà è una risorsa altamente climalterante la cui dipendenza la stiamo pagando a caro prezzo nelle nostre bollette – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Autorizzare nuove centrali a gas in Lombardia quando è risaputo che il funzionamento è soggetto alle oscillazioni del mercato più ai picchi di richiesta, sembra davvero una presa in giro. Serve invece andare spediti verso le rinnovabili, dal fotovoltaico solare e termico all’agrivoltaico, passando dalle comunità energetiche per rendere la nostra regione meno dipendente dalle fonti fossili”. Al livello nazionale, ciò che i firmatari del manifesto chiedono al Governo Draghi di esprimere in sede UE e in particolare nel Parlamento Europeo una netta contrarietà all’introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi, di definire immediatamente un piano di uscita dal gas fossile e che gli investimenti previsti in questo settore, comprensivi di Capacity Market e che ci costeranno almeno 30 miliardi di euro, vengano direzionati sull’unica vera soluzione: le fonti rinnovabili. È inoltre importante che si proceda al più presto alla semplificazione della normativa per rendere possibile ogni anno l’installazione in Italia di oltre 8 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili; che regioni e amministrazioni comunali sviluppino politiche finalizzate a favorire la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, a cominciare dalle aree SIN in cui ad oggi si verificano spesso impedimenti legati ad esempio all’assenza di analisi di rischio. Inoltre è importante che si adottino strumenti e azioni, come quelli delle comunità energetiche, efficientamento dell’edilizia popolare, risparmio energetico, mobilità sostenibile e riassetto e rinaturalizzazione del territorio. Nella lotta alla crisi climatica, l’Italia deve fare ancora molto a partire dall’aggiornamento del Piano Nazionale integrato Energia e Clima entro 3 mesi, in linea con le indicazioni della comunità scientifica per evitare l’innalzamento della temperatura globale di più di 1.5°C rispetto al periodo preindustriale, e di costruire un piano per una reale transizione ecologica da qui al 2050 definendo chiaramente tappe, obiettivi, strumenti e mezzi e considerando, da subito, il gas fossile come fonte energetica residuale, stabilendo l’obiettivo di uscita definitiva al 2040 e escludendo false soluzioni come il CCS e il nucleare, già bocciato dagli italiani con due referendum, e nuove autorizzazioni per estrazioni, stoccaggio, gasdotti e centrali legati al gas. Infine le 44 realtà che hanno sottoscritto il Manifesto chiedono al Governo di sviluppare un piano che preveda entro il 2025 l’eliminazione e la rimodulazione dei sussidi fonti fossili, come il Capacity Market, mantenendo gli incentivi alle energie rinnovabili e chiedendo contributi di solidarietà alle grandi imprese energetiche che oggi ricavano crescenti utili, con l’intento di contrastare il caro bollette. E di esprimere in sede UE e in particolare nel Parlamento.

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