Non sono un no vax ma discriminare i bambini è sbagliato

I bimbi non vaccinati devono farsi la Dad in caso di positivi in classe, mentre i vaccinati vanno avanti a frequentare. Una discriminazione per il diritto all'istruzione // di Fabio Massa

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Premessa: non sono un genitore no vax. Assolutamente. Io e mia moglie siamo trivaccinati e siamo assolutamente sicuri e certi di quel che abbiamo fatto. Quando verrà il momento faremo la quarta dose e poi la quinta e la sesta se ci diranno di farle. Non condividiamo in nulla le polemiche relative al vaccino. Pensiamo che il vaccino sia utile anche solo per limitare gli effetti gravi della malattia e che dunque sia indispensabile per diminuire la pressione sugli ospedali.
Detto questo, i nostri figli non li abbiamo vaccinati. Sono piccoli (abbondantemente under 12), e visto che – al netto di un po’ di terrorismo mediatico – in 62 sono finiti in terapia intensiva in due anni di pandemia (dati Istituto Superiore di Sanità), e quasi tutti avevano anche altre patologie, abbiamo ritenuto di aspettare con il vaccino. E’ un nostro diritto di genitori essere prudentissimi, così come è il diritto del 70 per cento dei genitori che non hanno vaccinato i bambini.
E’ anche un diritto di quelli che la pensano diversamente aver invece fatto le due dosi ai loro figli, non perché sono ottimisti, ma perché hanno valutato i loro pro e i loro contro. Io ho sempre pensato che i bambini abbiano più diritti degli adulti, e quindi con me non attacca la motivazione che se vacciniamo i bimbi proteggiamo i nonni. I nonni si vaccinino, tutti quanti, e poi ne riparliamo.

Fino ad allora, di fronte a una malattia che di fatto non colpisce i piccoli, io la penso così. Se dovesse scatenarsi una variante che invece li mette a rischio, allora cambierei idea.

Il problema è che il governo ha fatto qualcosa di incredibile, nel collettivo stordimento per Sanremo e altre scemate. Ha detto che i bimbi non vaccinati devono farsi la Dad in caso di positivi in classe, mentre i vaccinati vanno avanti a frequentare.

Ora, io non la capisco molto questa logica. Se il vaccino difendesse dalla propagazione del virus, potrebbe avere un senso, ma abbiamo visto che il vaccino non ci difende dal virus, ma dagli effetti gravi del virus, che sui bambini semplicemente già non esistono. In compenso però l’obbligo di Dad introduce una discriminazione per un diritto assoluto – e quando si dice assoluto vuol dire Costituzionale, e pure internazionale – dei bambini: il diritto all’istruzione.

Non c’è solo questo: in alcune scuole del milanese ci sono insegnanti che hanno fatto l’appello tra vaccinati e non vaccinati. Questo non va bene. Un tempo si mettevano i grembiuli per non far apparire differenze di ceto e censo tra i bambini. Da sempre andiamo dicendo che non ci deve essere differenza di razza, religione, credo politico. E così insegniamo ai nostri figli l’eguaglianza e combattiamo razzismo e omofobia.

Ma che senso ha insegnare l’eguaglianza se poi lo Stato fa una norma del genere che di fatto crea discriminazioni e differenze in un’età nella quale sono vissute senza la corazza dell’esperienza, della riflessione, della consapevolezza di sé? Peraltro differenze dettate dalle scelte dei genitori, che in questo caso sono ispirate solo alla prudenza? No, non ci siamo. Non sfilerò mai con i no-vax, ma questa la ritengo una grande ingiustizia.

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