Giornata mondiale contro il cancro, Moratti: Lombardia conferma massimo impegno

"Ribadisco l'impegno di Regione Lombardia- dichiara la Vice Presidente - di migliorare ulteriormente l'accessibilità e l'equità delle cure per tutti i cittadini lombardi, tramite l'apertura di Case della Comunità, che saranno al centro della realtà territoriale".

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Oggi i tumori sono una delle principali cause di morte nel mondo: con circa 10 milioni di decessi l’anno sono quindi ‘responsabili’ di quasi 1 decesso su 6. Lo rimarca la Direzione generale Welfare della Regione Lombardia in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro. I tumori a più alta prevalenza nei Paesi ad alto reddito sono il tumore della mammella, polmone, colon retto e prostata, sostanzialmente differenti rispetto ai tumori più comuni nei Paesi a basso reddito, il cui 30% dei casi è rappresentato da tumori causati da infezioni, come nel caso nel papillomavirus o epatite. Nonostante queste differenze, il ‘cancer burden’ è una problematica comune in tutto il mondo. In particolare, in Italia si stima che, nel 2020, fossero circa 3,6 milioni le persone viventi nella popolazione dopo una diagnosi di tumore. Si tratta del 6% della popolazione italiana, con un aumento del 36% rispetto alle stime prodotte nel 2010. I tassi di mortalità per tutti i tumori sono diminuiti circa del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne tra il 2015 e il 2021, con tassi di mortalità previsti di circa 113 per 100.000 uomini e 73 per 100.000 donne; il numero di decessi è tuttavia aumentato dello 0,6% per gli uomini e del 2,0% per le donne, raggiungendo rispettivamente 100.200 e 81.100 morti, riflettendo l’invecchiamento della popolazione. “Per il 2019 il rapporto ‘I numeri del cancro in Italia’ – spiega la vicepresidente ed assessore al Welfare, Letizia Moratti – riporta per la Regione Lombardia una stima del numero totale di nuovi casi di cancro pari a 60.000 (30.000 nei maschi e 30.000 nelle femmine). Di questi, si stima che 10.000 siano cancri della mammella (circa un cancro su 3 per il sesso femminile), 7.100 cancri del colon e del retto e 550 cancri della cervice uterina. L’incidenza per cancro del colon risultava in diminuzione per entrambi i sessi”. “In questo quadro epidemiologico – prosegue – la prevenzione, primaria e secondaria, gioca un ruolo chiave nel diminuire il rischio di sviluppo di un tumore e nella eventuale sua diagnosi precoce. Per quanto riguarda la prevenzione primaria, è fondamentale aumentare la consapevolezza della popolazione sull’importanza di un corretto stile di vita, con lo scopo di modificare eventuali comportamenti a rischio”. Infatti, quasi il 30% della popolazione italiana conduce una vita sedentaria, con tassi in aumento nel tempo. Sovrappeso e obesità continuano a destare preoccupazione, anche nella popolazione pediatrica. Infatti, il 31,5% dei cittadini è in sovrappeso e il 10,8% è obeso. Altri fattori di rischio da monitorare particolarmente sono il fumo di sigaretta e il consumo di alcol, anche in questo caso con particolare riguardo alla fascia più giovane della popolazione, che potrebbe portare una drastica diminuzione nell’età media per lo sviluppo di patologica oncologica. “In questo contesto – sottolinea Letizia Moratti – ora più che mai l’approccio One Health, che presuppone che la salute è una sola per ambiente, uomini e animali, è la chiave di lettura per contrastare lo sviluppo di una neoplasia, soprattutto per lo stretto legame tra patologia e fattori comportamentali e ambientali, quali la pratica costante di attività fisica e una corretta alimentazione, quindi l’abolizione del fumo di sigaretta e del consumo di alcol”. Ad oggi, programmi di screening oncologici restano uno dei fattori cardine e imprescindibili nella lotta contro il cancro. In Lombardia, le campagne di screening attualmente in corso, previste dai LEA, sono molteplici e in grado di individuare forme di malattia in stadio precoce, permettendo ai medici di individuarle e trattarle tempestivamente per ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità della malattia. Nel 2019, in Italia, le persone invitate agli screening oncologici sono state oltre 13 milioni, mentre i test di screening effettuati sono stati 5.825.396. Se confrontato con il 2018, il dato 2019 si conferma stabile per quanto riguarda lo screening cervicale e quello colorettale, mentre è in aumento per quanto attiene allo screening mammografico. Il successo raggiunto nel periodo pre-pandemico, tuttavia, ha subito un duro colpo nel 2020 e si stima che su tutto il territorio nazionale circa 2 milioni e mezzo di procedure di screening non siano stati effettuate, con dati variabili tra le varie Regioni. “In tutto questo Regione Lombardia è riuscita a distinguersi tra le più performanti – ricorda la vicepresidente di Regione Lombardia – con riferimento soprattutto all’attività di chirurgia oncologica che ha rispettato al 60% i tempi di attesa nel 2020, salendo all’80% nel 2021. E per quest’anno, da aprile, abbiamo introdotto un meccanismo penalizzante e premiale per sollecitare il rispetto delle liste d’attesa nelle strutture pubbliche e private accreditate, proprio a cominciare dagli interventi di oncologia chirurgica. Fiore all’occhiello della ripartenza della prevenzione lombarda è stata la campagna ‘Salute Donna’ nell’ottobre 2021, mese della prevenzione, nel quale sono state organizzate visite senologiche gratuite in numerose città lombarde raggiunte tramite il già noto ‘camper della prevenzione’, volto a sensibilizzare la popolazione dell’importanza di uno screening periodico costante”. A fronte di uno scenario pandemico che attualmente permette l’attività ospedaliera di routine, la sfida di quest’anno è sicuramente quella di mantenere una capacità produttiva quanto più simile ai livelli del 2019, per poter quindi ripartire in totale sicurezza. Nel frattempo, le istituzioni e gli operatori sanitari devono aumentare la consapevolezza nella popolazione in materia di prevenzione, promuovendo stili di vita sani e tutte le manovre di auto-sorveglianza. “Inoltre – conclude Moratti – ribadisco l’impegno di Regione Lombardia, reso possibile dai finanziamenti del PNRR, di migliorare ulteriormente l’accessibilità e l’equità delle cure per tutti i cittadini lombardi, tramite l’apertura di Case della Comunità, che saranno al centro della realtà territoriale, integrando medici di famiglia e specialisti ambulatoriali, al fine di assicurare una assistenza costante ai cittadini, dalla prevenzione primaria al monitoraggio della patologia”.

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