La ripresa della scuola in presenza dopo le vacanze di Natale, decisa dal Governo nonostante le polemiche, sta portando a un deciso aumento delle classi e degli insegnanti contagiati con quasi 70 mila alunni in quarantena. “Il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità” aveva detto, lo scorso 10 gennaio, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, contrario all’uso della Dad, la didattica a distanza. Sono bastati pochi giorni e a riportare la distanza nelle scuole ci sta pensando il virus, con il rischio dell’innesco di nuove catene di contagio nelle famiglie. I contagi infatti sono in aumento in quasi tutte le fasce di età della popolazione scolastica in Lombardia, in particolare dai 3 ai 5 anni. L’unico lieve decremento si registra nella fascia d’età 14-18 anni. E’ il quadro che emerge dall’ultimo report settimanale della Direzione Generale Welfare trasmesso all’Ufficio Scolastico Regionale e alle ATS. Aumentano di conseguenza anche le classi in quarantena: al decremento osservato nelle settimane precedenti e connesso al periodo di chiusura scolastica per le vacanze natalizie segue un incremento generale che si evidenzia in tutti i cicli scolastici. Nel dettaglio, al 16 gennaio in Lombardia risultano, considerando tutti i cicli scolastici, 5.415 classi in quarantena, per 67.433 alunni coinvolti e 3.320 tra insegnanti e personale scolastico. Nell’Ats Milano (che comprende Milano e Lodi) sono 1838 le classi in quarantena, nel solo territorio milanese 1.743 le classi con 18.089 alunni e 1.104 operatori coinvolti.
Secondo il rapporto diffuso dall’assessorato al Welfare, la crescita dei contagi nella prima settimana di rientro in classe (54.654 rispetto ai 50.014 della settimana tra il 3 e il 9 gennaio) è più evidente tra i bambini delle materne (3-5 anni) e delle elementari (11-13 anni), dove i nuovi positivi sono aumentati rispettivamente dell’80 e del 37% rispetto in sette giorni. Alle superiori i contagi calano invece di circa il 20%, mentre alle medie restano più o meno stabili (+2,8%). L’incidenza ogni centomila abitanti più alta si registra nella fascia dai 6 ai 10 anni mentre scende da 9.682 a 7.960 in quella 14-18. La più colpita dalle restrizioni è la scuola primaria (1.805 classi, 24.107 alunni e 1.058 operatori isolati in quanto contati di caso positivo) seguita dalla scuola dell’infanzia (1.625 classi, 22.600 bimbi e 2.080 operatori).