Toh, guarda. Adesso spunta nelle cronache (come al solito puntuale quella dell’ottimo Cesare Giuzzi sul Corriere della Sera): i ragazzi stanno dicendo che l’agente di polizia locale non si è qualificato. E che quindi ritenevano fosse un pazzo con una pistola, tanto che avevano chiesto di chiamare la polizia. Esattamente quello che ieri avevamo sostenuto da queste parti. Troppe cose in quella ricostruzione non tornavano. La verità la accerteranno gli inquirenti, per adesso è la parola dell’agente (e del comando di Polizia) contro quella dei ragazzi. Sarà dura capire chi ha fatto che cosa, a meno che non ci sia un audio nel quale si sente dire: “Sono della polizia locale, fermi tutti”.
Qualcosa d’altro però lo possiamo dire, sulla sicurezza a Milano. E lo possiamo dire da fonti interne al corpo municipale stesso. La situazione non è quella attuale perché tutto a un tratto si scopre che Milano è Gotham City, come dice Beppe Sala, che su questo ha ragione. La problematica legata alla Polizia Locale è sul suo utilizzo, ed è ormai strutturale da anni e legata a una gestione politica poco attenta. C’è poco presidio del territorio, ed è un fatto che sta sotto gli occhi di tutti. Non è un problema di oggi, ma che si ripropone con precisione cartesiana. Albertini ebbe a definire parte dei ghisa “subumanità etica, parassiti e felloni” nel 2002. Nel 1997 ci furono manifestazioni e scioperi. La verità è che l’amministrazione deve esercitare una pressione costante per mandare gli agenti in strada. Una pressione e una organizzazione che – stando a fonti interne – ha avuto enormi falle sotto la gestione di Anna Scavuzzo, assessore alla Sicurezza fino a pochi mesi fa e riconfermata vicesindaco. Ma questa è politica. Tutto è politica. E la politica sottovaluta la realtà, che è sempre una via di mezzo. Quella via di mezzo per la quale magari i ragazzi erano innocenti nel caso del ghisa, ma sicuramente erano colpevoli quelli che – prima di loro – avevano devastato auto, sporcato muri, lasciato immondizia e creato disordini nella totale impunità delle serate precedenti.