Aumento dei tassi, la vera pandemia della quale nessuno vuole parlare

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Di Fabio Massa.

Ci troviamo in una situazione potenzialmente letale. Anche se nessuno pare prenderla in considerazione. E no, non sto parlando del virus, sul quale ogni giorno se ne sente una diversa, con menzione speciale per Massimo Galli che candidamente ammette che i suoi collaboratori “hanno insistito” per fargli la terapia monoclonale. Sì, certo. Peraltro, la terapia monoclonale è figlia anche delle ricerche di un certo dottor De Donno, suicidatosi anche per la gogna mediatica alla quale era stato sottoposto. Nessuno gli ha chiesto scusa, ma adesso qualcuno usa  – ovviamente perché hanno insistito i suoi collaboratori, eh, sia mai che abbia chiesto lui – anche i suoi studi per salvare la vita alla gente. Ma è così, questo è un Paese ingrato al limite della barbarie. Galli continua a parlare malgrado un’inchiesta gravissima che lo ha colpito, De Donno morto malgrado i suoi studi abbiano comunque contribuito alla ricerca di una cura per il Covid.

Intanto, mentre ci si divide praticamente su tutto, il resto del mondo sta andando avanti. E sta succedendo una cosa che – c’è da scommetterci – finirà sui giornali tra qualche mese, quando ormai sarà troppo tardi per prendere decisioni e soprattutto quando avremo finito di occuparci del nostro ombelico. Succede che l’inflazione galoppa. Inflazione reale, ovvero aumento dei costi delle materie prime e quindi dei prodotti. Aumento del costo dell’energia, ovviamente. Ma la cosa più preoccupante è che generalmente quando aumenta l’inflazione aumentano anche i tassi, che vengono decisi dalle banche centrali. E invece le banche centrali stanno tenendo i tassi bassi. Sapete che cosa vuol dire? Che l’inflazione così non la “paga” la Borsa – che rimane ancora in ultra attivo – e non la pagano gli Stati, ma la pagano i cittadini quando vanno al supermercato o a fare il pieno. Ovviamente questa cosa non potrà andare avanti in eterno. E quindi che cosa succederà? Che prima o poi le banche centrali dovranno piegarsi, e annunceranno che i tassi devono aumentare, seppur di poco. Un’avvisaglia c’è già stata una decina di giorni fa in America: solo con un annuncio il Nasdaq ha perso il 3 per cento. Nessuno che abbia fiatato nella politica e nel dibattito pubblico italiano. Eppure sapete qual è la conseguenza dell’aumento dei tassi, che prima o poi arriverà? Che l’enorme debito pubblico, che si è fatto mostruoso con la pandemia e più che mostruoso con i soldi del recovery fund (che, ricordiamolo, sono PRESTATI), aumentando i tassi diventerà insostenibile e porterà alla rovina non solo l’Italia ma mezza Europa. Allora torneranno le politiche di austerity, le politiche di contrazione della spesa, di taglio della spesa pubblica. Quando questo avverrà noi avremo ovviamente già iniziato a spendere i tanti soldi che stanno arrivando, ci sarà stata un’ulteriore imbarcata di dipendenti pubblici, e arriverà la scure. Ci attendono tempi duri. Ma noi cantiamo e balliamo, con Massimo Galli in tv e beviamoci i soldi del Recovery Fund. Tanto non c’è alternativa, e il naufragio – con una pandemia in corso – non spaventa più di tanto.

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