Restituire il futuro a una generazione incolpevole. Una sfida epocale che l’Italia deve vincere dopo mesi di pandemia che hanno sconvolto il nostro presente. A Vincenzo Galasso in “Gioventù smarrita” (Bocconi Editore – Egea), spetta il compito di individuare i modi attraverso un’analisi approfondita delle cause e delle eventuali colpe, perché questa è una sfida che non può essere persa. Con il Covid si è imposta una nuova narrativa intergenerazionale: giovani untori e anziani vittime. Una narrativa falsa, perché non sono stati i giovani a fungere da untori. Inutile, perché i giovani hanno reagito bene alle restrizioni. Pericolosa, perché i giovani hanno sofferto durante la pandemia e ne porteranno le cicatrici più a lungo di tutti. Dall’abbandono scolastico, alla DAD, alla fatica nel trovare il primo impiego e quindi al rischio nel conseguire la progressione di carriera al PNRR e al suo utilizzo per rimarginare le cicatrici. Il libro fornisce un quadro di queste diverse forme di sofferenza giovanile, dall’inizio della diffusione del Covid19 fino ai giorni recenti, in cui la pandemia sembra in via di esaurimento. E lo fa attraverso l’uso di nuovi dati sulla condizione psicologica dei giovani, sulla DAD, sul mercato del lavoro, frutto di un esteso progetto di raccolta dati internazionale. Il volume presenta delle proposte concrete per migliorare la condizione giovanile in Italia e ospita anche le proposte di due think tank di giovani per stimolare il dibattito sul futuro.
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