Strehler e i palcoscenici milanesi, mostra diffusa per il centenario

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A 100 anni dalla nascita di Giorgio Strehler, i due Teatri milanesi cui il grande regista ha legato la sua esperienza nella prosa e nell’opera gli dedicano un percorso espositivo diffuso, arricchito dal contributo della Fondazione Corriere della Sera. È la città di Milano che ricorda così il regista nato a Trieste ma che qui è diventato una figura centrale del Teatro Europeo, fondando nel 1947 il Piccolo Teatro insieme a Paolo Grassi e diventando una presenza costante alla Scala con 35 regie di 33 titoli diversi tra lo stesso 1947 e il 1990. La mostra Strehler e i palcoscenici milanesi, che si inaugura oggi 4 novembre, si articola in diverse sezioni: il Teatro alla Scala presenta un allestimento “in presenza” dal titolo Strehler, il gesto, lo spazio nelle sale del Museo Teatrale e nel Ridotto dei Palchi a cura di Vittoria Crespi Morbio, e la mostra virtuale Strehler e il soffio del vero poetico, accessibile anche al pubblico globale e curata da Franco Pulcini. Il Piccolo allestisce invece Amo il teatro perché amo la vita, consacrata al racconto del rapporto tra Strehler e Milano e dislocata negli spazi del Teatro Strehler, del Teatro Grassi e del Teatro Studio Melato. La città di Milano – osserva il Sovrintendente Dominique Meyer – celebra il centenario di Giorgio Strehler attraverso le iniziative congiunte dei due Teatri in cui Strehler ha operato e vissuto. Nello stesso anno 1947 Strehler fonda il Piccolo con Paolo Grassi e debutta alla Scala. Il radicamento nella vita artistica e civile della città, la continuità del fare teatrale tra opera e prosa, la spinta verso una prospettiva culturale europea sono parte dell’eredità di Strehler quanto il suo specifico contributo allo sviluppo della concezione della regia. Per questo non è solo importante ricordare lo straordinario percorso artistico di Strehler, ma è importante farlo insieme, riunendo le forze culturali della città con il contributo anche della Fondazione Corriere della Sera. Il Progetto Strehler100 – spiega il Direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi – vive una sua nuova tappa con la mostra Strehler e i palcoscenici milanesi, un’occasione preziosa per ripercorrere, da diverse prospettive e attraverso una molteplicità di materiali (non di rado inediti), l’affascinante parabola artistica del fondatore del Piccolo Teatro di Milano. Grazie alla sinergia con il Teatro alla Scala e la Fondazione Corriere della Sera, prende corpo un viaggio suggestivo, articolato in due sezioni, che illumina il ricco universo del laboratorio creativo del Maestro, intrecciandolo al contempo alla storia della città di Milano. Se il teatro, in quanto spettacolo dal vivo, è un’arte effimera, fondata sull’hic et nunc, la mostra si propone di valorizzarne la natura anfibia, tra caducità e permanenza, ravvivando le tracce del passato e stabilendo con la figura di Strehler un dialogo contemporaneo, teso ad alimentare – con le parole di Walter Benjamin – la “fiamma vivente” che “continua ad ardere […] sulla cenere lieve del vissuto”. La Fondazione Corriere della Sera – aggiunge il suo presidente Piergaetano Marchetti – ha collaborato con entusiasmo a questo grande progetto attraverso una ricca selezione di pagine del Corriere della Sera. In questo modo è stato possibile dare rilievo alla sequenza degli avvenimenti che dal Dopoguerra in avanti hanno caratterizzato la storia di Milano, mostrando al contempo alcune delle svolte che hanno segnato l’Italia: dalla ricostruzione al boom economico, dalla rinascita culturale ai fermenti degli anni Sessanta fino alla “Milano da bere”. La piccola e la grande storia si intersecano formando l’ordito e la trama di un ricco e variegato intreccio che è possibile esplorare nel percorso di mostra.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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