Welfare, case e ospedali di Comunità: parte da Milano il modello lombardo

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La Giunta di Regione Lombardia ha approvato il progetto per la realizzazione di Case e Ospedali di comunità nella città di Milano. Un documento predisposto dall’Ats Città Metropolitana, in coerenza con le indicazioni del Ministero della Salute, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che pone l’accento sul potenziamento dell’area territoriale. Lo hanno illustrato oggi il presidente della Regione Lombardia e la vicepresidente, assessore al Welfare, assieme al direttore generale di Ats Città Metropolitana Walter Bergamaschi.

“La Giunta – ha spiegato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana – ha approvato questa delibera destinata al potenziamento della sanità di prossimità, così come previsto dalla legge. Stiamo parlando della realizzazione di Case di comunità e di Ospedali di comunità, il cui progetto simbolo, quello della città di Milano, verrà poi replicato negli altri territori lombardi, partendo dalle province che hanno sofferto di più durante la pandemia”.

Regione Lombardia – ha detto la vicepresidente Letizia Moratti – ha programmato 700 milioni di euro di risorse per potenziare le strutture territoriali. Di questi oltre 140 sono già stati stanziati con delibere di Giunta nei mesi di luglio e agosto: in particolare 100 milioni per Ats Milano; 11,4 milioni per la Val Camonica e 3 milioni per ciascuna delle altre province”.”Regione Lombardia – ha continuato – è la prima a presentare un provvedimento concreto di attuazione del Pnrr, che è inserito nella proposta di legge di riforma sanitaria, e che prevede tempi certi di attuazione”.

Il cronogramma del Pnrr prevede che entro settembre 2021 venga realizzata una ricognizione dei siti idonei per la realizzazione di Cdc (Case di comunità), Cot (Centrali operative territoriali) e Odc (Ospedali di comunità); entro dicembre 2021 l’individuazione precisa dei siti per la loro realizzazione; ed entro marzo 2022 la sottoscrizione dell’accordo col Governo per realizzazione delle strutture, con un contratto istituzionale di sviluppo. “Il Progetto per l’attuazione di Case e Ospedali di comunità parte dalla città di Milano – ha specificato la vicepresidente e assessore al Welfare – ed è il primo in Lombardia, ma già nei prossimi giorni saranno valutati i programmi che vengono dalle altre Ats, sulla base del modello che presentiamo oggi. Tenendo conto prioritariamente delle aree più colpite dal Covid”. Il progetto Milano, che sarà modello per il resto del territorio, è stato realizzato sulla base di una analisi socio-demografica che ha vagliato: numero di abitanti, età della popolazione, densità abitativa, principali patologie con particolare riferimento a quelle croniche e consumi sanitari. Ha previsto la collocazione delle strutture all’interno della città tenendo come elemento di valutazione prioritario l’aggregazione dei Medici di medicina generale (Mmg) sul territorio (Centri di riferimento territoriale – Crt), che sono 23. “Le Case della comunità – ha ricordato l’assessore al Welfare – garantiranno l’attività medica e infermieristica sulle 24 ore, 7 giorni su 7, nelle strutture hub; sulle 12 ore, 6 giorni su 7 nelle strutture spoke, come previsto dalla duplice organizzazione (hub e spoke)”.

“All’interno di Case e Ospedali di comunità – ha aggiunto la vicepresidente – saranno collocate tutte le funzioni più prossime al cittadino, come prevenzione e promozione salute; cure primarie con tutto il necessario per gestire i pazienti cronici; un’area di ambulatori specialistici per criticità poco complesse e un’area di servizi integrati col Comune, che si colloca tra aspetto sanitario e sociale”. Una Casa di comunità indicativamente sarà al servizio mediamente di 50 mila abitanti; un Ospedale di comunità è previsto per ogni Asst, per un totale nella città di Milano di 15 Case di comunità e 9 Ospedali di comunità. L’Ospedale di comunità ospiterà le stesse funzioni della Casa di comunità, con in più tra i 20 e i 40 posti letto a bassa intensità, da gestire in raccordo tra medici di medicina generale (Mmg) e ospedali per acuti.

Walter Bergamaschi, Dg Ats Milano, si è soffermato sul metodo utilizzato per giungere all’individuazione delle 24 strutture: “Per ogni municipio di Milano – ha detto – abbiamo immaginato dove riposizionare o riqualificare strutture a seconda delle aggregazioni dei Medici. Di queste, 7 sono attivabili entro un anno”. “Si tratta – ha aggiunto – di un piano di innovazione del territorio, sotto il profilo dell’assistenza sanitaria, senza precedenti: siamo partiti da ciò che serve ai cittadini. Oggi gli assisiti riconoscono soprattutto l’ospedale come luogo di cura, noi con questo nostro progetto vorremmo che i milanesi, per primi, riconoscessero le Case di comunità e gli Ospedali di comunità come nuovi presidi per la loro salute. Questa progettazione – ha ricordato – richiede lo sforzo di tanti soggetti, in primis i medici di medicina generale (Mmg), che si sono organizzati in Crt con un coordinatore; poi gli amministratori comunali, le farmacie e gli erogatori privati accreditati. Immaginiamo di avere una casa di comunità ogni 60.000 abitanti per Milano e ogni 45.000 abitanti per il resto della provincia, cercando di favorire quindi una maggiore prossimità dove la densità abitativa è più bassa”.

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