#Unastanzaperunadonnaafghana
“Si tratta di mettere a disposizione – spiega la Cooperativa in una nota – gratuitamente una stanza per un periodo transitorio (al massimo tre mesi), per accogliere una donna costretta a scappare dalla guerra e dalla furia misogina dei talebani. Lo dobbiamo alle persone che abbiamo illuso con il nostro tentativo di esportare democrazia, lasciandole poi in balia dei fondamentalisti. Non possiamo stare fermi o in silenzio: siamo sicuri che la sensibilità dei nostri soci aiuterà – come già successo in passato – anche in questo momento tanto tragico. Ci siamo stati, ci siamo e ci saremo per perseguire l’interesse generale della comunità coerenti con i valori della cooperazione sociale”. “In queste ore – spiegano dalla Cooperativa – stiamo ascoltando con sconcerto le testimonianze dei rifugiati afghani che già sono presenti nella rete SAI (ex SPRAR) e che stanno manifestando agli operatori la disperazione per chi è rimasto in Afghanistan. Riteniamo molto importante e condivisibile l’attivazione che l’associazionismo, il Comune di Milano e ANCI Lombardia stanno mettendo in campo per promuovere diverse risposte alla emergenza e riteniamo di metterci in rete con queste realtà per costruire risposte. Al governo chiediamo di allestire urgentemente corridoi umanitari protetti per permettere a chi fugge perché in pericolo di lasciare il paese in sicurezza”. “Non vogliamo vicariare o peggio sostituirci a nessuno, ma vogliamo dare nell’immediato un segnale concreto di fattiva disponibilità”.
vorrei avere informazioni e dare la mia disponibilita’ per un sostegno alle donne o banbini afhgani.
sono un medico della provincia di pesaro e non trovo contatti nella mia zona.
vi ringrazio se potrete aiutarmi