Una persona non pericolosa, che aveva bisogno di essere aiutata, con due figli, uno di otto e una di cinque anni. La sorella, appena rientrata dalla Francia, descrive così Youns El Boussettaoui, ucciso ieri a Voghera dall’assessore alla Sicurezza della Lega Massimo Adriatici (foto) che, al momento, è ai domiciliari. La donna protesta a gran voce proprio perché l’assessore ‘pistolero’ non sia in carcere. Lo ha fatto intervenendo alla trasmissione Zona Bianca su Retequattro. “Gli hanno sparato in piazza davanti a tantissime persone. L’assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? Ma siamo in Italia o in una foresta?” ha detto in lacrime. “Aveva un fucile, aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. È stato ammazzato – ha aggiunto – davanti alle persone e questa persona si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale”. Intanto procedono le indagini per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. L’assessore, che ha sparato con la sua calibro 22, ha detto che il colpo è partito per sbaglio mentre cadeva dopo aver ricevuto uno spintone. Una versione al vaglio degli inquirenti.
Ucciso in piazza, la sorella: “Era disarmato ed è stato ammazzato, l’assassino tranquillo a casa sua”
La sorella di Youns El Boussettaoui, ammazzato con un colpo calibro 22 dall'assessore leghista, dice che suo fratello non era pericoloso e andava aiutato, non ammazzato. "Dov'è la giustizia in Italia? Siamo in Italia o in una foresta?"