Goletta dei Laghi, Lombardia: 9 punti “fortemente inquinati” e 4 “inquinati”

Sono stati 32 i punti analizzati nell’ambito della Goletta dei Laghi nei laghi Ceresio, Maggiore, Como, Iseo e Garda.

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Si è conclusa la tappa lombarda di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente di monitoraggio delle acque dei bacini italiani, giunta quest’anno alla sua 16^ edizione, realizzata in collaborazione con Novamont e CONOU – Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati. L’equipaggio di Goletta si è concentrato sui principali laghi lombardi: Verbano, Ceresio, Varese, Lario, Sebino e Benaco, monitorando la qualità delle acque e offrendo uno spazio di riflessione sull’ecosistema lacustre nel suo complesso. In particolare, ci si è soffermati su temi quali l’inquinamento microbiologico, l’illegalità, gli scarichi abusivi, la perdita di biodiversità, la sicurezza della navigazione, le speculazioni edilizie e sono state evidenziate anche le migliori pratiche di gestione presenti nei territori per la tutela e la salvaguardia dell’ecosistema lacuale. Lo stato di salute dei laghi lombardi è stato oggetto della conferenza stampa di questa mattina a Milano, in Cascina Nascosta in Parco Sempione, alla quale hanno presenziato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, Caterina Benvenuto, responsabile campagne di Legambiente Lombardia, Pietro Genoni di Arpa Lombardia e Andrea Lanuzza, Direttore generale di Cap Holding.

Sono stati 32 i punti analizzati nell’ambito della Goletta dei Laghi nei laghi Ceresio, Maggiore, Como, Iseo e Garda. 9 sono risultati “fortemente inquinati”, mentre 4 “inquinati”. Anche per il 2021 è stato messo a punto il monitoraggio delle microplastiche presenti in acqua. Nei prossimi mesi in laboratorio sarà effettuata la caratterizzazione dei materiali trovati e le analisi sul tipo di plastiche prelevate. Per poter effettuare le analisi, vengono raccolti campioni di acqua superficiale nei diversi laghi, utilizzando una specifica strumentazione a strascico, dotata di una rete a maglia ultrafine in grado di catturare le microparticelle di plastica con dimensione maggiore ai 300 micrometri. Negli ultimi anni numerosi sono stati gli studi finalizzati a quantificare l’abbondanza di microplastica nell’ambiente marino, mentre sono ancora relativamente pochi i dati sulla sua presenza negli ecosistemi d’acqua dolce.  «I tecnici di Goletta dei Laghi monitorano lo stato di qualità dei laghi attraverso le analisi microbiologiche delle acque, prelevando campioni in diversi punti considerati sensibili sia per l’elevata attività antropica che per la l’affluenza di scarichi nel bacino, spesso segnalati dai cittadini tramite il servizio SOS Goletta – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Si tratta di un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. Nel monitoraggio vengono prese in esame le foci dei fiumi e torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso si trovano lungo le rive dei laghi: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, indice della presenza di scarichi abusivi o di un insufficiente sistema di depurazione delle acque che attraverso i corsi d’acqua arrivano a lago».
Arpa Lombardia conduce un monitoraggio dello stato ecologico di 27 laghi naturali, per un totale di 32 corpi idrici, secondo la direttiva acque 2060 che impone di analizzare lo stato ambientale dei corpi idrici, sulla base della combinazione di elementi di qualità biologica, idromorfologica e chimica. Secondo i dati pubblicati dall’agenzia regionale, sono solo 7 i corpi idrici che risultano in stato ecologico buono: il lago di Ganna e Monate in provincia di Varese, il Garda, il Maggiore, il Palabione e il lago Palù in provincia di Sondrio. Il problema storico che affligge i nostri laghi è l’eutrofizzazione, vale a dire l’impoverimento dell’ossigeno e la presenza del fosforo sui fondali, dovuta allo sversamento in acqua di scarichi non depurati e al cambiamento climatico, che ha comportato un prolungamento del riscaldamento delle acque nel corso dell’anno. La conseguenza è la perdita di biodiversità e l’aumento di cianobatteri, che ne compromettono la balneabilità.
La campagna di Legambiente è stata occasione anche per catalogare e analizzare i rifiuti spiaggiati. «I dati sono stati raccolti grazie all’impegno di decine di volontari dell’associazione e privati cittadini che hanno raccolto, separato e catalogato tutti i rifiuti rinvenuti sui litorali, in una delle più grandi attività di citizen science mai realizzate – spiega Caterina Benvenuto, responsabile campagne di Legambiente Lombardia – L’analisi di questi materiali e il confronto tra le spiagge, permette di comprendere le tipologie di rifiuto più presenti e le attività che hanno portato questi rifiuti sino in spiaggia. Si tratta di uno studio fondamentale, alla base delle proposte politiche e di miglioramento della gestione dei rifiuti, per fronteggiare questo problema. Il 90% dei rifiuti trovati sulle spiagge sono cotton fioc, indice sia della scorretta gestione dei rifiuti urbani che vengono gettati nel wc e non trattenuti dalle maglie dei depuratori. Il secondo tipo di rifiuti rilevati sono i mozziconi di sigarette, abbandonati direttamente dai cittadini. La soluzione parte dalla prevenzione e come Legambiente oltre alle attività di pulizia delle spiagge conduciamo campagne di informazione e sensibilizzazione sul corretto conferimento dei rifiuti».

Il processo di riorganizzazione della gestione del servizio idrico per raggiungere la configurazione di un unico gestore per ambito, prevista dalle leggi sia statale che regionale, ha conseguito significativi avanzamenti negli ultimi5 anni, senza però raggiungere un risultato definitivo. Ad oggi, in tutti gli ATO Lombardi il servizio è stato affidato a gestori d’ambito operativi, a volte costituiti ad hoc. Di questi alcuni operano sul 100% del territorio di competenza già da anni, mentre altri si trovano in un percorso iniziale sia dal punto di vista organizzativo che di operatività sull’intero territorio di loro pertinenza. I comuni interamente gestiti in economia sono scesi al 3,1% (48) e di questi gran parte sono in provincia di Brescia (32), Bergamo (14) e Como (2). Questi risultati complessivi sono stati ottenuti grazie agli sviluppi registrati nelle province di Como e Varese dove si è finalmente vista una forte accelerazione dei processi di cessione degli impianti e di chiusura di gestori che operavano senza averne più alcun titolo. «Oggi purtroppo manca ancora la ricognizione delle reti – ha sottolineato Andrea Lanuzza, Direttore generale di Cap Holding -. Su questo c’è ancora molto da lavorare per consentire ai Comuni di mappare puntualmente lo stato dei sistemi di collettamento all’interno dei propri territori». La campagna di Legambiente è anche occasione per sottolineare le problematiche dei territori e delle comunità locali. In particolare, nell’edizione 2021, Legambiente Lombardia a fianco dei circoli territoriali ha voluto richiamare l’attenzione attraverso manifestazioni, flashmob e incontri, su temi quali: la sicurezza della navigazione, i servizi per l’accessibilità delle aree più remote che rischiano lo spopolamento, il consumo di suolo smodato e l’erosione delle coste, l’incuria, con l’obiettivo di spingere le istituzioni a tutelare maggiormente il delicato equilibrio dell’ecosistema lacuale. Per sensibilizzare sulla salvaguardia dello stato ecologico dei laghi, è stata redatta la Carta del Lago di Garda, grazie all’impegno volontario di stakeholder pubblici e privati, per un percorso partecipativo iniziato a febbraio 2021 e conclusosi a luglio nell’ambito di Goletta dei Laghi con l’evento di presentazione. L’obiettivo del documento condiviso è adottare una serie di misure volte a ridurre la presenza e gli impatti delle microplastiche. La Carta nasce nell’ambito del progetto europeo LIFE Blue Lakes, del quale il lago di Garda rappresenta uno dei cinque siti pilota insieme a Bracciano e Trasimeno in Italia e quelli di Costanza e Chiemsee in Germania, e affronta il problema delle microplastiche nei laghi attraverso un approccio integrato di governance, strumenti tecnologici e di monitoraggio, azioni di informazione rivolte alle istituzioni, ai portatori di interesse e ai cittadini e attività di formazione.

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