“Il 26 giugno è una data fondamentale per chi si occupa di dipendenze perché è la Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico di droga e tutti noi siamo impegnati a ricordare ai nostri giovani i danni terribili che queste sostanze – sempre più sofisticate e sconosciute – possono provocare al sistema nervoso, ma ancora di più alla vita delle persone che stanno crescendo”. Lo afferma Letizia Moratti, vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Welfare. “Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato come le sostanze esercitino – in modo particolare sugli adolescenti – un effetto pericoloso di slatentizzazione di patologie psichiche e sintomi che sarebbero probabilmente rimasti silenti : la nostra preoccupazione è concentrata sui ragazzi, il futuro della nostra società, che abbiamo il dovere di informare e proteggere rispetto a questi rischi”. “La celebrazione di questa giornata è quest’anno ancora più sentita e importante perché i mesi di grande sofferenza dovuti alla pandemia hanno sicuramente avuto un impatto sui giovani – prosegue Moratti – a cui sono stati chiesti sacrifici in termini di restrizioni della libertà personale, di cambiamenti importanti nella loro vita scolastica, lavorativa e relazionale.
La maggior parte dei nostri ragazzi ha reagito con sorprendente maturità e senso di responsabilità, ma per i più fragili si sono manifestati comportamenti che stiamo attentamente studiando e prendendo in considerazione e, tra questi, anche il consumo di sostanze e il gioco d’azzardo patologico”.
I PRINCIPI DI REGIONE LOMBARDIA E LE LINEE DI INTERVENTO
Alcuni principi fondano le linee di intervento di Regione e ne costituiscono il quadro teorico di riferimento, tra questi il fatto che la tossicodipendenza ‘non è una patologia cronica ‘. “In una visione diffusa e estremamente medicalizzante del problema, la tossicodipendenza viene spesso considerata una patologia cronica, senza possibilità di guarigione – prosegue l’assessore – “questo non è scientificamente corretto perché numerosi sono invece i casi di remissione completa e recupero globale delle persone con questo problema. Il lungo intervallo che passa oggi dai primi consumi all’arrivo al sistema di intervento, a volte anche 10 anni, è la causa di questo equivoco. I ragazzi e le loro famiglie chiedono aiuto dopo un lunghissimo periodo di sofferenze e quando arrivano nelle nostre Comunità e nei nostri Servizi spesso la situazione è grave e molte armi sono spuntate: i giovani hanno interrotto gli studi, perso il lavoro, le relazioni familiari e le reti sociali sono messe a dura prova e la difficoltà a trovare soluzioni viene scambiata per l’impossibilità a uscirne. Nasce cosi il pericoloso e deresponsabilizzante concetto di cronicità, ma
la cronicità è la complicazione della situazione non trattata e questo deve essere chiaro a tutti: ragazzi, famiglie, insegnanti, ma anche e soprattutto operatori, medici, responsabili della programmazione sanitaria devono sapere che il tempo è una variabile fondamentale.
Va diffusa l’idea che – in analogia a quanto avviene per molti altri problemi – l’intervento precoce e tempestivo può portare a ottimi risultati e cambiare completamente la vita delle persone coinvolte”.
UN NUOVO MODO DI FARE PREVENZIONE
“Proprio per questi motivi – afferma sempre l’assessore- vorrei portare alcuni cambiamenti nelle modalità di attuare la prevenzione delle dipendenze: la prevenzione non deve essere generica e aspecifica, ma deve mettere in guardia i giovani dai pericoli di queste sostanze sempre più insidiose, perché sintetizzate chimicamente e sconosciute al mondo medico. Anche le nuove modalità dello spaccio e l’abbassamento del prezzo delle sostanze hanno contribuito a coinvolgere nel problema giovanissimi che un tempo non avrebbero avuto la disponibilità economica né un’accessibilità cosi diffusa. La prevenzione deve informare di tutti questi rischi ragazzi, insegnanti e genitori, però al tempo stesso deve indicare in modo forte e chiaro che esiste sempre una via di uscita, che mai nessuno è perduto per sempre. Va diffuso e moltiplicato un messaggio di positiva fiducia e di ottimismo nelle possibilità di recupero.
LA LEGGE REGIONALE
Tenendo presente l’importanza di questa tematica e l’impatto sulle persone, sulle famiglie, sull’intera società, Regione Lombardia ha approvato la legge n. 23 “NUOVO SISTEMA D’INTERVENTO SULLE DIPENDENZE PATOLOGICHE”.
La Legge prende in considerazione tre principali aree di intervento – Prevenzione, Diagnosi e cura, Riabilitazione e recupero completo della persona.Regione ha avviato consultazioni con i vari attori del privato sociale per dare seguito a quanto previsto e avviare i due Organismi previsti: il Comitato d’indirizzo e coordinamento e il Tavolo di coordinamento tecnico In particolare sono stati sentiti i rappresentanti delle comunità e dei diversi organismi di riferimento degli erogatori per fare tesoro di tutte le molteplici esperienze, professionalità, culture che il sistema delle dipendenze rappresenta ed ha espresso in tutti questi anni nel ricchissimo territorio lombardo. La nuova norma ha tra i principi ispiratori la valorizzazione del ruolo del Terzo settore e del volontariato e in quest’ottica giornate come quella di oggi sostanziano proprio l’obiettivo di favorire il coinvolgimento della società civile, promuovere la partecipazione degli enti del Terzo settore ai progetti di prevenzione, ai programmi di cura e di reinserimento sociale, riconoscendone il ruolo anche nel sistema di accreditamento e contrattualizzazione. Oltre a tutto questo, la legge prevede un importante stanziamento che vedrà dal 2022 un incremento di risorse per il settore stimato in complessivi euro 16.500.000,00. Approvato anche il finanziamento della terza annualità del Piano di Attività per il Gioco d’Azzardo Patologico con uno stanziamento di oltre 8 milioni di euro che è stato deliberato proprio nei giorni scorsi.