Tra l’8 e il 23 maggio Gabriele Tadini, caposervizio della funivia del Mottarone, avrebbe usato i forchettoni per disattivare i freni di emergenza “una decina di volte”. Lo ha messo a verbale davanti al gip di Verbania Donatella Banci Buonamici lo stesso caposervizio dell’impianto continuando a sostenere come questa fosse una decisione “condivisa con tutti”. Ha detto pure di aver “disattivato il freno anche prima del 7 maggio”, perché il problema al sistema frenante andava avanti da fine aprile. Anche “venerdì 21” maggio “ho disattivato il sistema”, ha aggiunto. Sapeva bene che “il suo gesto scellerato aveva provocato la morte di 14 persone” e per questo avrebbe condiviso “questo immane peso, anche economico” con le “uniche due persone che avrebbero avuto la possibilità di sostenere un risarcimento danni”, scrive il gip di Verbania. Per questo ha chiamato “in correità” i “soggetti forti del gruppo”, per attenuare le sue “responsabilità”. Il gip ha disposto per Tadini i domciliari mentre ha scarcerato gli altri due coinvolti, Luigi Nerini, il gestore dell’impianto, e Enrico Perocchio, direttore di esercizio, tornati liberi.