“La legge di riforma della sanità regionale è stata scritta con una serie di novità. Ora bisognerà implementarla, ma per quello serve la volontà politica. Il nodo principale è la medicina territoriale”. Lo ha detto, parlando a Direzione Nord su Telelombardia, Alfredo Robledo, ex magistrato a Milano oggi consulente giuridico dell’assessorato al Welfare di Regione Lombardia, guidato da Letizia Moratti. Robledo ha spiegato quali sono i punti principali della riforma della sanità lombarda: “Uno è la medicina territoriale. I medici di medicina generale sono stati un po’ abbandonati a se stessi, e con una struttura giuridica complessa. Ora sono isolati, e vanno inseriti in un quadro in cui abbiano strumenti, rapporti, un’aggregazione vera, che dia loro dignità, e gli riconosca anche il compenso economico”. Secondo Robledo vanno “rimotivati. Molti sono in via di pensionamento e “si aprono parecchie possibilità per i giovani”. Altro punto della riforma della sanità regionale è quello che riguarda gli ospedali privati, a cui “va data maggiore dignità, ma anche più responsabilità”. L’approvazione della legge di riforma dovrà ora passare per “l’approvazione delle forze politiche. Oltre alla scrittura c’è l’implementazione. Se le due cose non si fanno insieme – secondo Robledo – sarà un disastro analogo a quello della legge Maroni. La famosa eccellenza della sanità lombarda c’è per i grandi ospedali, ma l’eccellenza vera si vede anche sul territorio. Se no, non è eccellenza vera”.
Robledo: “La riforma della sanità lombarda passa per la medicina territoriale”
Lo ha detto Alfredo Robledo, ex magistrato a Milano oggi consulente giuridico dell'assessorato al Welfare di Regione Lombardia.