Ieri ho appreso una lezione. In effetti, non ci voleva molto, ma è sempre importante ricordarsi qual è il mondo con cui abbiamo a che fare. Ho appreso la lezione: devi dire quando tutto va storto per una parte politica, ma non puoi dire quando a quella parte politica inizia ad andare bene. A fine marzo dello scorso anno, mentre Gallera e Fontana avevano una popolarità superiore a quella di Conte, ed erano invitati ovunque, scrissi che niente e nessuno sarebbe stato risparmiato dalla furia del virus: che ci sarebbero state inchieste, e che i livelli di governo (Stato, Regione, Comune) sarebbero stati abbattuti dalle polemiche. Ci ho preso? Facciamo una disamina: Conte non c’è più, dissolto. Zingaretti non c’è più, dissolto. Fontana di certo non si ricandiderà. E, anche se oggettivamente sulla gestione della pandemia c’entrava assai poco, pure Beppe Sala con la città che esce dalla pandemia si deve confrontare eccome. Questo la rende contendibile come contendibile sarà tra due anni Regione Lombardia. Quando lo scrissi, da destra, mi diedero del pazzo. Del disfattista, del comunista. Poco male. Poi arrivano le inchieste, molte delle quali secondo me immotivate. Lo dico dal primo istante, e lo ripeto oggi. Anche perché poi le inchieste devono arrivare al rinvio a giudizio e poi al giudizio. Io non ho mai apprezzato una sola oncia del Roberto Maroni politico, e penso che le gravi manchevolezze strutturali di Regione Lombardia siano da imputare a lui. Però è stato sotto processo per sette anni per poi finire lindo, pulito. Quindi, ieri ho scritto che se si deve dire quando Aria fa acqua, quando le cose non funzionano, bisogna pure dire quando funzionano, e adesso pare che la campagna vaccinale stia funzionando. Ho detto che bisogna “fare una gigantesca opera di rimozione”? Che bisogna scordarsi qualcosa? Che l’opposizione non deve usare tutte le armi che ha? Assolutamente no. Ho detto che le inchieste vanno chiuse? No, ho detto che bisogna aspettare il giudizio finale. E vivaddio questa si chiama democrazia e Stato di diritto. Anche perché basta ragionare: che senso avrebbe oggi, come ieri, sostenere Fontana per utilità? Fontana non sarà più presidente tra due anni, e ci sarà un nuovo potere, sia esso di destra o di sinistra. Politicamente la posizione di difesa è perdente, un paraculo starebbe in silenzio. E allora perché difendere l’Ospedale in Fiera? Perché penso (e non sono il solo) che sia stato giusto farlo. Perché dire che le vaccinazioni stanno andando bene? Perché è vero. Perché dire che non credo che Fontana sia un corrotto? Perché non ci credo, e gli altri pensino e credano quel che vogliono. Penso e credo invece che ci sia una grande broccaggine in alcune strutture regionali. Perché dire che inchieste come quella su Alzano e Nembro (che punta sul Governo) e altre, sono molto più difficoltose e meno definitive di quel che si pensa? Perché la verità la vedremo tra anni. E la verità storica globale tra decenni (roba non da giornalisti, ma da storici). Che cosa c’è di strano in quel che ho detto? In effetti, nulla. Niente di cui stupirsi. Ma ho imparato una volta di più che non mi dovrei stupire anche di quelli che attaccano per fini politici, travolgendo tutto e tutti nel loro percorso, ognuno per il suo interesse.