Emergency, pandemia e nuove povertà: a Milano c’è chi è rimasto a reddito zero

Secondo i dati di Emergency, solo a Milano, di 1.600 nuclei famigliari finora presi incarico quasi la metà (45%) ha visto il proprio reddito completamente azzerato nell’ultimo anno o ridotto a più della metà (32%) a causa della pandemia.

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A Milano la pandemia ha creato nuove povertà: secondo il report di Emergency, nato dal progetto di distribuzione alimentare Nessuno Escluso, la metà dei beneficiari ha visto il proprio reddito completamente azzerato, mentre per quasi un terzo si è dimezzato. Così Emergency scatta una fotografia dei primi nove mesi di distribuzione gratuita di pacchi alimentari e di prima necessità consegnati a quasi 3mila nuclei famigliari in difficoltà economica, per un totale di più di 11mila persone tra Milano, Roma, Napoli, Catanzaro, Piacenza. In totale sono 90 mila i pacchi consegnati. Solo a Milano – la città da cui è partito il progettodi 1.600 nuclei famigliari finora presi incarico quasi la metà (45%) ha visto il proprio reddito completamente azzerato nell’ultimo anno o ridotto a più della metà (32%) a causa della pandemia. “Vediamo persone e famiglie che non avevano mai dovuto chiedere aiuto a nessuno e che oggi, invece, sono in forte difficoltà – racconta Marco Latrecchina, referente nazionale del progetto Nessuno Escluso . Noi siamo al loro fianco per dare un supporto con tutta la dignità che queste persone meritano, insieme alle tante associazioni e realtà che si sono rimboccate le maniche e hanno trovato la forza di dare una risposta ai nuovi bisogni che questo periodo ha fatto emergere”. Quasi il 30% delle famiglie che riceve il pacco non riesce più a pagare l’affitto, mentre più del 60% teme di non riuscire a pagarlo nei prossimi mesi. L’80%, inoltre, si rivolge al centralino perché non riceve bonus o sussidi. I beneficiari di Nessuno Escluso appartengono a una fascia di cittadini sconosciuta al sistema di aiuto tradizionale, perché spesso non in possesso dei requisiti formali per accedere a misure di sostegno pubbliche: nuclei famigliari numerosi che prima dell’emergenza riuscivano ad autosostentarsi, persone sole, colf e badanti che hanno perso il lavoro, giovani impiegati in settori lavorativi bloccati (ristorazione, eventi…), lavoratori in cassa integrazione, professionisti con partita Iva, lavoratori precari o in nero. Italiani e stranieri. Quasi tutti, prima dell’emergenza, erano in grado di provvedere alle spese principali. Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili su http://www.emergency.it

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