Un professore monzese, Giorgio Castoldi, docente universitario di economia aziendale, propone, tra le altre cose, di realizzare un Pride al Parco di Monza e di allestire un museo sulla storia del movimento LGBT nella Villa Reale, nell’ambito di un più articolato progetto di rilancio della splendida dimora, riempiendo le sale di opere non esposte in altri musei di Milano e della Brianza e affidando la comunicazione a professionisti. Non solo: la Villa, con le sue sale oggi vuote, e il Parco, dovrebbero diventare in futuro, secondo il docente, il fulcro di eventi studiati per attirare più turisti e visitatori. Basta però la proposta del Pride e del museo Lgbt per scatenare la reazione scandalizzata della Lega, attraverso il consigliere regionale Alessandro Corbetta. “Quella di Castoldi – afferma – mi sembra una provocazione per avere qualche titolo di giornale. La nostra Reggia va aperta per mostre di artisti del calibro di Caravaggio, Picasso, Dalì e Keith Haring. La Reggia – prosegue il consigliere nella sua nota – deve ripensare il proprio futuro in maniera lungimirante e non su provocazioni spot di stampo ideologico che non portano da nessuna parte”. Non possiamo sapere cosa penserebbero i primi tre grandi artisti citati dal Corbetta all’idea di un museo sul movimento LGBT vicino alle loro opere. Certo ne sarebbe felice Keith Haring, che era dichiaratamente omosessuale. Ma questo Corbetta forse non lo sa.