Non c’è niente di più dannoso per uno Stato di imporre leggi che sa già non solo di non poter far rispettare, ma che non ha neppure intenzione di far rispettare. Le ragioni sono varie, ma una – di tipo educativo – sopra tutte le altre. Se lo Stato mette leggi che non vuole far rispettare, il cittadino può legittimamente pensare che anche altre leggi possano essere state scritte per non essere applicate. Facciamo un esempio pratico. Se si mette il coprifuoco alle 22 fino a luglio, e si sa già che nessuno controllerà chi c’è in giro per strada, se al contempo si danno il via libera alle manifestazioni, se si cerca di tutelare il turismo, è chiaro e cristallino che nessuno avrà intenzione non solo di controllare, ma anche solo di dissuadere la gente dall’uscire di casa la sera. Il cittadino, inconsapevolmente, penserà che se c’è una norma e si può violare, allora ci sono altre norme diciamo “facoltative”. Se si fa un condono edilizio, ad esempio, si può pensare legittimamente che tanto il prossimo abuso te lo faranno passare in qualche maniera. E se ci sarà un condono fiscale, la stessa cosa (a meno che il condono non sia rigidamente per i meri errori di calcolo ove non ci sia dolo: per la serie il commercialista ha sbagliato di 10 euro la dichiarazione dei redditi). E dunque in breve pagare le tasse saranno un optional, costruire secondo le norme edilizie pure ed uscire la sera, vabbè, quello dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito e quindi prima o poi sarebbe anche il caso di discuterne. Insomma, il cittadino potrebbe pensare che tasse, edilizia, norme stradali, macchina appena appena in doppia fila per due minuti, tutti optional. Dove andremmo a finire? Poi uno si guarda intorno e capisce che è già così, e che il coprifuoco alle 22 fino a luglio non è altro che l’ennesima conferma di una Italia che non c’ha nessuna voglia di diventare un Paese normale, con regole certe e non interpretabili.