I carabinieri di Rozzano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un 43enne italiano responsabile di incendio: secondo la ricostruzione l’uomo, dopo essere stato licenziato, si sarebbe vendicato dando fuoco, lo scorso 4 aprile, al capannone dell’azienda del settore rifiuti per cui lavorava. Le fiamme avevano causato ingenti danni e la distruzione di 14 mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti ed il lavaggio delle strade. Le indagini, indirizzate verso un episodio di natura dolosa, hanno portaro a rinvenire in prossimità del capannone un guanto monouso strappato e della “diavolina”, chiaramente utilizzata per appiccare il fuoco. I carabinieri, quindi, in attesa degli ulteriori sopralluoghi delle unità specializzate dei vigili del fuoco, hanno indirizzato le indagini per comprendere se si trattasse di una ritorsione di qualche tipo legata agli interessi della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti. Dall’analisi dei filmati di videosorveglianza in prossimità dell’area, inoltre, i militari hanno notato un individuo vestito di scuro che, dopo essersi introdotto all’interno del capannone ed aver appiccato il fuoco (dalle immagini è infatti già evidente la colonna di fumo), aveva scavalcato il muro di recinzione gettando, prima di dileguarsi, qualcosa nel cestino.
Le testimonianze di alcuni dipendenti dell’azienda hanno però successivamente indirizzato le indagini verso l’indagato il quale, licenziato dalla società solo pochi mesi prima, si era recentemente reso protagonista di atteggiamenti molesti e condotte delittuose ai danni dell’ex datore di lavoro. I sospetti hanno poi trovato concretezza quando gli inquirenti, dopo aver notato sul suo profilo social una foto in cui l’uomo indossava gli stessi pantaloni dell’autore dell’incendio, hanno effettuato una perquisizione domiciliare nel corso della quale sono stati trovati un paio di pantaloni della tuta neri con alcuni segni bianchi, una felpa con cappuccio di colore nero con strisce orizzontali, un cappellino da baseball di colore nero, un paio di scarpe sportive di colore nero ed un marsupio di colore grigio, tutti perfettamente compatibili con gli indumenti indossati dall’autore del reato.