Sono 13 i giovani (10 maggiorenni e 3 minorenni) indagati dalla Polizia di Stato per i reati in concorso di manifestazione non preavvisata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravate, e sottoposti questa mattina a perquisizione domiciliare per aver partecipato alla registrazione di un video musicale di due rapper 19enni nelle vicinanze di piazza Selinunte. Stando a quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile e della Digos milanese, con il supporto della Polizia Postale e del commissariato Bonola, i due rapper “Neima Ezza” (Amine Ez Zaaraoui) e “Baby Gang” (Zaccaria Mohuib) avevano dato appuntamento ai propri fan in zona San Siro per le 17.30 dello scorso sabato 10 aprile: per la registrazione del video si erano radunati circa 300 giovani di età compresa tra i 16 e i 20 anni che, all’arrivo delle forze dell’ordine, avevano fronteggiato gli operatori con lancio di sassi, bottiglie e bastoni per oltre 20 minuti. Una 14esima perquisizione è stata effettuata anche nei confronti di un 27enne marocchino di Novara, indagato per porto d’armi e con numerosi precedenti per rissa, noto con il suo nome d’arte “Zefe”, individuato come colui che nelle immagini brandiva in piazza un machete. Le perquisizioni hanno dato esito positivo portando al rinvenimento di alcuni indumenti come scarpe, tute da ginnastica e una maglietta del Paris Saint Germain apparse nei video registrati dalle telecamere. Un minorenne è stato, inoltre, trovato in possesso di un borsello a tracolla con all’interno un jammer, uno spray al peperoncino e un video, salvato sul telefono, che mostra il giovane armato di una pistola in zona Arco della Pace: due dei minorenni risultano anche coinvolti in episodi di rissa e violenza avvenuti in piazza Sempione.
Il questore di Milano, Giuseppe Petronzi, ha anche emesso sei provvedimenti di prevenzione (5 avvisi orali e un provvedimento di rimpatrio con foglio di via obbligatorio) nei confronti di alcuni dei ragazzi presenti: per 4 di loro, con precedenti per rapina, lesioni personali e possesso di oggetti atti ad offendere, è al vaglio anche la sorveglianza speciale.