Covid, la protesta pacifica degli ambulanti

Gli esercenti non alimentari hanno allestito al mercato di via Crema a Milano una cinquantina di bancarelle per dimostrare che i mercati all’aperto sono sicuri anche in zona rossa.

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“Siamo qui per dimostrare a chi stende i protocolli che riaprire i mercati, le fiere e le sagre in sicurezza è possibile”: lo ha detto Giacomo Errico, presidente nazionale Fiva Confcommercio, in occasione dell’agitazione regionale del settore commercio ambulante. Stamani gli esercenti non alimentari hanno allestito al mercato di via Crema una cinquantina di bancarelle a fianco di quelle dei colleghi che vendono alimentari, per dimostrare che i mercati all’aperto sono sicuri anche in zona rossa. La merce e’ stata esposta, ma senza la possibilità di venderla. Sui banchi sono stati affissi dei cartelli che spiegano le ragioni della protesta: “Scientificamente provato: all’aperto i contagi sono pari a zero”. Ma alcuni mostrano l’esasperazione dei lavoratori: “Ora basta vogliamo sostegni veri!”. “Non siamo autolesionisti e non vogliamo infettare nessuno – continua Errico – ma non possiamo neanche morire di fame. Abbiamo quindi riaperto, anche se per stamattina non si vende. Con le dovute precauzioni si può lavorare in tutte le fasce di rischio. L’alternativa è fallire: negli ultimo anno è stata ordinata merce che è rimasta invenduta. Non siamo ricche realtà industriali, non ci ha mai dato un euro nessuno. Ma noi non chiediamo l’elemosina, vogliamo solo ricominciare a lavorare. Lunedì o si apre o si apre”.
“Le chiusure sono state discriminatorie” spiega Antonio Seradimini, ambulante che da 40 anni vende vestiti, “Noi lavoriamo all’aperto e potremmo benissimo vedere in sicurezza. Non si capisce perché c’è questo paradosso: l’alimentare può aprire e noi no”.
“La nostra è una protesta pacifica per farci riaprire”, conferma Giuseppe, che da 30 anni vende pigiami e vestiti al mercato, “ormai siamo al collasso e molte piccole attività stanno morendo. Abbiamo fatto degli investimenti a lungo termine e abbiamo bisogno di aprire. Con mascherine, igienizzanti e distanze è possibile”. (MiaNews)

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