Il maltempo con freddo e gelo si abbatte sui frutteti e sui campi coltivati della Lombardia, con gli agricoltori che corrono a salvare le produzioni dalle mele in montagna agli ortaggi della pianura padana. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Lombardia sugli effetti del ritorno di temperature artiche, dopo un periodo di clima mite che ha favorito il risveglio della vegetazione ora più vulnerabile agli sbalzi termici. Durante il riposo invernale – sottolinea la Coldiretti – le piante sono in grado di sopportare temperature inferiori allo zero anche di diversi gradi, ma diventano particolarmente sensibili una volta risvegliate, in fase di fioritura o dopo aver emesso le nuove gemme e foglioline. In queste condizioni – continua la Coldiretti Lombardia – un repentino abbassamento delle temperature rischia di compromettere la produzione dei frutti e il raccolto finale. In Valtellina – spiega la Coldiretti regionale – durante la notte e nelle ore più fredde per salvare i meli in fioritura dalla primavera sottozero è stato nebulizzato un sottile velo protettivo di acqua che con lo sbalzo termico conserva il calore della pianta e protegge le parti più esposte, impedendo che vengano danneggiate da temperature ancora più basse. Il ritorno del grande freddo preoccupa gli agricoltori anche in pianura – sottolinea la Coldiretti – dove stanno arrivando ai nostri tecnici le prime segnalazioni di danni. “La brinata è durata diverse ore – testimonia Andrea Costa, frutticoltore mantovano – con punte fino ai tre gradi sotto zero. A essere colpite sono tutte le varietà di pere, con le piante che ormai hanno completato le fioriture e sono quindi a rischio di perdere il frutto”. Problemi anche per le coltivazioni in pieno campo: “Il freddo anomalo di questi giorni sta ritardando la stagione – spiega Giorgio Perego, agricoltore di Cernusco sul Naviglio (Milano) -. Abbiamo preparato il terreno ma non abbiamo potuto ancora trapiantare le piantine cresciute in serra, come ad esempio i cetrioli. Non siamo ancora riusciti a piantare nemmeno le zucchine. La combinazione tra freddo, vento e mancanza d’acqua sta facendo slittare tutta la produzione”. Lo sbalzo termico – prosegue la Coldiretti regionale – ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra di fiori, soprattutto se si considera che i prezzi del gasolio sono in continua crescita da novembre. Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e al moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che hanno fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.