Falso reportage sulla ‘Ndrangheta scoperto da un carabiniere davanti alla tv

Il militare stava guardando il servizio trasmesso sul canale Nove quando un particolare l’ha insospettito: infatti era tutto falso e i malavitosi erano attori. Il documentario è stato spacciato per vero e venduto caro a una società di produzione tv. Quattro indagati.

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Un frame del falso reportage

La Procura di Milano ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari ed informazione di garanzia, per il reato di truffa in concorso, nei confronti di 4 persone (di cui una residente in Italia e tre in Spagna), ritenuti responsabili di aver venduto ad una nota società di canali televisivi, al prezzo di 425.000€, un reportage dedicato alla ‘ndrangheta e trasmesso in televisione nel novembre del 2019 sul canale “Nove” (estraneo all’indagine), inducendo la società a ritenere che contenesse fatti realmente accaduti, filmati da reporter infiltratisi sotto copertura, rivelatisi invece frutto di una recita ad opera di attori appositamente scritturati. Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia Milano Porta Magenta, hanno avuto origine da un militare che, guardando il reportage in televisione, ha riconosciuto un palazzo, indicato falsamente dagli autori come il luogo ove abitualmente la ‘ndrangheta raffinava la cocaina importata a Milano prima di metterla in vendita sul mercato nero. Il provvedimento è stato notificato all’indagato residente in Italia, ovvero un italiano 53enne pregiudicato per reati di corruzione, favoreggiamento, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio, dalla Compagnia Carabinieri di Marcianise. I restanti destinatari, un giornalista 43enne, ed i due responsabili di una società di produzione di documentari ovvero una donna 43enne ed un uomo 33enne, sono tutti residenti in Spagna.

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