Covid, appello degli infermieri: “Aiutateci, rispettate le regole”

Gli ospedali tornano a riempirsi e gli infermieri del sindacato NurSind chiedono a tutti di collaborare, rispettando le regole e non sottovalutando la situazione. Tra i pazienti anche molti giovani.

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Ad un anno esatto dall’inizio del lockdown nazionale, dopo oltre 100mila morti con Covid in Italia, siamo di nuovo ai nastri di partenza. Con il rischio, sempre più concreto, di una nuova zona rossa, di  ospedali con gli accessi in continuo aumento, delle Terapie Intensive che iniziano ad entrare in affanno. Ma dopo un anno da quell’8 marzo 2020 gli infermieri e la popolazione non sono più gli stessi. È molto preoccupato Donato Cosi – referente del NurSind Lombardia – per l’attuale andamento della pandemia e per la campagna vaccinale di massa che non sta tenendo il passo veloce della diffusione del contagio.
A un anno esatto dall’inizio di quell’inferno, quando medici e infermieri erano diventati agli occhi della gente eroi da difendere e da premiare, oggi la situazione è completamente cambiata. “Tranne che per il Covid che continua a colpire duro – spiega Cosi -. In questa terza ondata soprattutto i più giovani. Gli ospedali negli ultimi giorni si stanno nuovamente riempiendo. E quando una persona contagiata dal Covid necessita l’ospedalizzazione significa che il virus sta iniziando a colpire forte”. Ma mentre un anno fa la popolazione spaventata aveva, comunque, contribuito rispettando i divieti, oggi purtroppo questo non succede, e non mancano persone che sottovalutano i numeri dei letti occupati dai pazienti Covid, e peggio ancora c’è chi ne nega l’esistenza. “Per affrontare la pandemia abbiamo bisogno della collaborazione di tutti – precisa Cosi -. Comprendiamo la stanchezza e l’esasperazione delle persone. Dopo un anno dall’inizio della pandemia, proprio non speravamo di ritrovarci nuovamente nell’inferno della prima ondata. I nostri ospedali di Monza e Brianza si stanno riempiendo velocemente, i numeri dell’ultimo fine settimana denotano un’impennata di accessi. Si tratta di persone contagiate che necessitano l’ospedalizzazione, per le quali la terapia domiciliare non è stata sufficiente. Ci sono molti giovani. Non si vuole assolutamente fare terrorismo, ma si chiede alla popolazione maggiore collaborazione. Sappiamo che per tutti i genitori la Dad è un disagio: ma in questo momento, in cui il Covid corre veloce soprattutto tra i più piccoli, è l’unica soluzione”. Un invito alla collaborazione, anche nel rispetto del lavoro degli infermieri che, rispetto a un anno fa, sono molto più stanchi fisicamente e psicologicamente. “Anche per noi non è facile – conclude -. Non avremmo mai voluto trovarci in questa situazione.
Anche a noi manca una vita normale, anche i nostri figli risentono della mancanza della scuola in presenza e dello sport, anche i nostri genitori anziani non ce la fanno più a questa reclusione. Ma adesso non abbiamo scelta. Purtroppo la campagna vaccinale è andata a rilento, e per contenere il contagio, nell’attesa di una ripresa delle vaccinazioni, bisogna rispettare le prescrizioni. Fatelo per voi stessi. Fatelo anche per noi”.

 

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