E così, come anticipato ieri, si vota a ottobre. Oggi, visto che siamo in aria week end, mi concedo un libro dei sogni in cinque punti. Ecco come mi piacerebbe che fosse la campagna elettorale:
1) Con due competitor che combattono davvero. Vedere uno solo, Beppe Sala, in campo per mesi, fa sempre un po’ tristezza. È come vedere un pugile pronto e caldo sul ring, e il pubblico un po’ addormentato intorno, in attesa che arrivi qualcun altro.
2) Con temi davvero significativi. Qualche esempio: la politica cittadina non ha detto nulla (e anche meno) sui rider e sulla ennesima bomba della Procura di Milano per cambiare lo schiavismo quotidiano. Avrei voluto prese di posizioni forti: non ci sono state.
3) Urbanistica, urbanistica, urbanistica. Quando avremo una discussione quartiere per quartiere di come sarà la Milano del 2030?
4) Lo stadio. Non si fa più, pare. O sì? Chiarezza e prese di posizioni politiche, per piacere.
5) Un piano serio sulla cultura. I dati raccontano una cosa molto semplice: se non c’è la mano pubblica di Regione e Comune tantissime realtà culturali moriranno. Quasi tutte, oserei dire, tranne le super eccellenze da sempre super pagate. Quindi occorre un piano Marshall per il salvataggio della cultura cittadina. Ne vogliamo parlare? Al primo che tira fuori la storia piste ciclabili sì, piste ciclabili no leverei il diritto di voto.