Operazione della Guardia di Finanza e della Squadra Mobile di Lecco contro un traffico illecito di rifiuti. Dieci persone sono finite in carcere e 8 ai domiciliari nell’ambito di una indagine della Dda di Milano per associazione per delinquere di tipo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, autoricilaggio, usura ed estorsione. L’operazione si è svolta in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna e ha portato anche al sequestro di un carico di rifiuti radioattivi. In carcere anche un esponente di spicco della ‘ndrangheta. Durante l’operazione cominciata stamane all’alba sono state effettuate numerose perquisizioni, durante le quali sono stati trovati beni di valore e armi detenute illegalmente. Inoltre è stata data anche esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per equivalente di oltre 120 mila euro e di quote di società utilizzate per operazioni illecite. L’esponente della ‘ndrangheta, già condannato nelle inchieste degli anni 90 “La notte die fiori di San Vito” e nell’inchiesta “Infinito” del 2010, dopo aver scontato l’ultima condanna avrebbe portato avanti le attività ricevendo anche nel suo ufficio all’interno di un negozio di La Valletta Brianza altri esponenti della ‘ndrangheta per dirimere controversie e concordare nuove strategie ed eludere i controlli. L'”imponente” traffico illecito di rifiuti sarebbe stato organizzato, secondo le indagini, attraverso imprese che operano nel settore del commercio di metalli ferrosi e non ferrosi avrebbe portato a una movimentazione illegale di oltre 10 mila tonnellate di materiale anche con l’utilizzo di società cartiere che hanno annotato fatture false per circa 7 milioni di euro. Il denaro per gli acquisti in nero del materiale ferroso si aggira attorno a 30 milioni. Nel maggio del 2018 poi è stato pure sequestrato un “pericoloso carico di rifiuti radioattivi” di 16 tonnellate proveniente dalla provincia di Bergamo. Inoltre è stato riscontrato come i proventi illeciti siano stati reimpiegati anche in attività di ristorazione e del commercio di auto, oltre che nel settore sempre dei rifiuti. Infine sono stati ricostruiti episodi di usura, con tanto di condotte estorsive per il recupero crediti, in danno di almeno 8 persone in difficoltà economiche, tra cui diversi imprenditori lombardi: 750 mila euro di prestiti a tassi di interesse fino al 40 per cento.