Covid, vaccini: Foroni chiede al Ministero l’attivazione della Protezione Civile Nazionale

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Una richiesta ufficiale al Ministero della Salute affinché solleciti il Dipartimento Nazionale della Protezione civile ad attivare il sistema nazionale di Protezione civile, e in particolare il volontariato, è stata inoltrata oggi al ministro Speranza dall’assessore regionale al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni. Lo riferisce la Regione, spiegando che l’ obiettivo è rendere possibile l’impiego del sistema di Protezione civile e dei suoi volontari nella campagna vaccinale Covid 19, ora in procinto di entrare nella sua fase di massima intensità. Nella lettera inviata oggi al ministro della Salute viene chiesto anche che ai volontari appartenenti alle Organizzazioni regolarmente iscritte nei registri regionali vengano riconosciuti i cosiddetti ‘benefici di legge’ ex D.Lgs. 1/2018, ossia il diritto al mantenimento del posto di lavoro e del trattamento economico previdenziale durante il loro impiego nella campagna vaccinale. “Ho spiegato al ministro che per far fronte a questo straordinario impegno si stanno testando modelli organizzativi che prevedono il coinvolgimento degli Enti Locali e l’impiego, accanto al personale sanitario, del sistema del volontariato di Protezione civile – ha commentato Foroni -. Preso atto del perdurare dell’emergenza, riteniamo infatti che il contributo della Protezione civile, come finora dimostrato, risulti indispensabile per garantire un adeguato supporto logistico al sistema sanitario regionale impegnato nell’attuazione della campagna vaccinale”. “Ecco perché – ha proseguito l’assessore regionale – ho deciso di chiedere al ministro Speranza di attivare immediatamente il Dipartimento nazionale di Protezione civile nel rispetto di quanto previsto dal Piano Vaccinale nazionale. Aggiungo che, in un momento così straordinario come quello che stiamo vivendo, è ora di pensare a una normativa speciale per affrontare al massimo la sfida che ci attende; penso ad esempio a un decreto legge che vada a disciplinare in maniera chiara e uniforme a livello nazionale l’impiego di medici e infermieri in pensione piuttosto che l’utilizzo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”.

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