Guardare il giocatore e non la palla. Guardare il caso collettivo e non quello singolo. Continua sulle televisioni, nei talk show e con grande attenzione anche sul web il caso di Genovese, lo splendido incredibile ricchissimo e diciamo anche un bel po’ violento imprenditore con la sua Terrazza Sentimento. Ieri sera, da Giletti, è andata in onda la testimonianza della ragazza, che ha raccontato dello stupro, della droga che gli era stata servita. Tutte cose che andranno vagliate dai giudici, e sulle quali noi non ci esprimiamo. Fatemi però dire una cosa, visto che c’è un grumo di schifo che proprio non riesco a digerire. Perché, prima che le ragazze iniziassero a dire la loro verità, un gruppo compatto di opinionisti e opinioniste, di giornalisti, di influencer, avevano già deciso di dipingerle come escort, poco di buono o roba del genere? Forse perché c’è una sottile linea rossa che passa da chi frequentava quella Terrazza, che ha visto cose e ne ha fatte altre? Forse perché l’amante di questo, che è il padre di quello, fa l’avvocatessa ed è molto potente? Forse perché quel calciatore non lo si può imbarazzare, e neanche quella starlette e neppure quel gran nome della finanza meneghina? Il problema, e lo ripeto per l’ennesima volta, non è quello che è successo in quella stanza. O meglio, non solo quello. Quello è un problema che è già in via di risoluzione: ci sarà un processo. E’ quello che succedeva fuori, il problema. E’ chi la farà franca perché nessuno vuole davvero raccontare le verità scomode, quello è il problema. E come al solito, la decisione su questo è in mano alla Procura, dalla quale si attende trasparenza con il bel mondo almeno tanto quanto ne usa con la politica.
di Fabio Massa