“In considerazione del fatto che ad oggi l’Italia ha vaccinato meno di 200mila persone a fronte delle 940mila dosi di vaccino consegnate al nostro Paese (470mila+470mila), non si comprenderebbe se non per mero ideologismo il mancato coinvolgimento delle strutture private nella somministrazione delle fiale”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Fondazione Luigi EINAUDI. “Farmacie, centri clinici, per le analisi e medicina del lavoro, sono canali attrezzati e sicuri per moltiplicare le vaccinazioni – si legge nella nota – altro aspetto da non escludere a priori e’ quello, da qui a qualche tempo, di prendere in considerazione anche l’opportunita’ di fornire il vaccino, per chi lo vuole, a pagamento. Infatti e’ del tutto evidente che la questione dell’approvvigionamento e’ rilevante ma ancor piu’ drammatico e’ l’aspetto della distribuzione e della somministrazione del vaccino, due fasi che vede l’Italia in chiaro affanno”. “Fermo restando il principio della somministrazione gratuita a tutti, i vantaggi per ogni dose di vaccino acquistata sarebbero molteplici – prosegue la Fondazione EINAUDI – minore spesa per il servizio sanitario nazionale; possibilita’ per lo Stato di incassare delle somme da investire nell’acquisizione di altre dosi di vaccino per le fasce piu’ deboli; maggiore immunita’ di gregge e possibilita’ di smaltire le lunghe code di cittadini in attesa di essere vaccinati. Davvero non si comprendono le ragioni di un pregiudizio meramente ideologico alla proposta, di ispirazione liberale, avanzata dalla Fondazione Luigi EINAUDI”.