Lega, sui vaccini le frasi di Gallera non rappresentano la Lombardia

"Non sta né in cielo né in terra la scusante dei medici in ferie. Non possiamo ritardare le vaccinazioni con una giustificazione simile" afferma il capogruppo della Lega in Regione Roberto Anelli.

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“Le dichiarazioni dell’assessore Gallera non sono state condivise e non rappresentano il pensiero del governo della Lombardia. Non possono comunque essere strumentalizzate dal governo Conte per accusare la Lombardia di ritardi nella campagna vaccinale” sottolineano fonti della Lega. “Non sta né in cielo né in terra la scusante dei medici in ferie. Non possiamo ritardare le vaccinazioni con una giustificazione simile” spiega all’Ansa il capogruppo della Lega in Regione Lombardia, Roberto Anelli, commentando le dichiarazioni rilasciate dall’assessore al Welfare Giulio Gallera sull’andamento della campagna vaccinale anti-Covid.
Parte sull’onda delle polemiche la campagna vaccinale anti-Covid in Lombardia. A fronte di 80.595 dosi consegnate,  il numero più alto tra le regioni italiane, la Lombardia – in base agli ultimi dati – ha vaccinato solo 3.085 persone, pari al 3,8% contro il 48,5% del Lazio che registra invece la percentuale più alta di vaccinazioni. “Abbiamo preparato un’agenda – ha spiegato Gallera in un’intervista pubblicata oggi dalla Stampa -. Il 31 era l’ultimo giorno dell’anno, poi ci sarebbero stati tre giorni di festa. Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa”. Inoltre, Gallera ha definito “agghiacciante” la classifica delle regioni che finora hanno vaccinato più persone, “per non parlare di quelle regioni che hanno fatto la corsa per dimostrare di essere più brave di chissà chi”. Frasi ingiustificabili per il capogruppo lombardo della Lega, Roberto Anelli. In un comunicato della Regione lo stesso Gallera sabato aveva ricordato che la campagna vaccinale in Lombardia sarebbe partita dal 4 gennaio, “una scelta ponderata e attenta, motivata anche dal fatto che nei giorni delle festività parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo, visto che dal mese di febbraio, come in nessun’altra regione italiana, è sotto pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio”.

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