Cgil, grave la decisione di bloccare i treni per la Svizzera

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Grave la decisione delle Ferrovie Federali Svizzere di bloccare i treni transnazionali da e per la Svizzera a partire da giovedì  10 dicembre  per un tempo non meglio precisato. Lo dice Giuseppe Augurusa Responsabile nazionale Frontalieri e dei Consigli Sindacali interregionali  della Cgil.  “Il provvedimento che riguarda tanto il traffico a lunga percorrenza quanto il TILO (Treno Regionali Ticino Lombardia) che, sulla base di quanto comunicato dalle ferrovie svizzere, rappresenterebbe la risposta alle misure di sicurezza previste in Italia dal Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, provvedimenti che le FFS ritengono di non poter soddisfare, metterà a dura prova le condizioni di migliaia tra i nostri lavoratori frontalieriche quotidianamente ne fanno uso”.
“La sorprendente decisione getterà da domani nell’incertezza oltre 5000 dei 70.000 lavoratori frontalieri del Ticino che, nella migliore delle ipotesi, finiranno per adottare l’alternativa del mezzo privato, quando possibile, caricando ulteriormente le reti viarie di collegamento già di norma congestionate con buona pace dei tempi di percorrenza e dell’ambiente. Un provvedimento che oltre ad evidenziare ancora una volta, come denunciamo dall’inizio del contagio, l’assenza di una sia pur minimo coordinamento interregionale, se possibile, aggiunge ulteriore perplessità nella gestione della pandemia da parte dei Cantoni di confine che, pur in presenza di un tasso di contagio tra i più alti al mondo (come ha ricordato in novembre l’OMS), per ragioni squisitamente economiche, hanno adottato provvedimenti troppo blandi a giudizio unanime ed ora, al contrario, dichiarano di non poter garantire provvedimenti minimi come la misura della temperatura corporea ed il distanziamento sociale sui treni. Urge un intervento presso i Governi Cantonali delle Istituzioni nazionali e regionali italiane nel quadro di una leale collaborazione, al fine di ripristinare i collegamenti ferroviari per migliaia di lavoratrici e lavoratori che, utile ricordarlo, contribuiscono in maniera determinante al sistema economico elvetico nei Cantoni di confine”.

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