Io non capisco perché anche sulle cose di una chiarezza lampante bisogna riuscire a fare polemica e confusione. Allora, questione zona arancione o zona rossa per la Lombardia. Facciamo due passi indietro e vediamo che la questione è di semplicissima risoluzione. Il governo mette una serie di 21 complessi indicatori per valutare l’istituzione delle “colorazioni” delle Regioni. Malgrado le proteste di questo e di quello, le Regioni si adeguano. Se gli indicatori dicono che una Regione va in una zona, quella ci va. I lombardi ci sono andati per primi perché questo era quello che si ricavava da quegli indicatori. Ancora: si stabilisce che quando questi indicatori vanno sotto la soglia stabilita per due settimane scatta il passaggio a un altro colore. La Lombardia è andata o no per due settimane sotto le soglie stabilite? Se la risposta è sì, allora bisogna diventare arancioni – posto che cambia davvero poco. Se la risposta è no, allora bisogna rimanere rossi. Non c’è spazio per interpretazioni, trattative, polemiche politiche, telefonate notturne. E’ una questione scientifica, una volta tanto: si sono messi dei limiti e dei tempi, basta rispettare quelli e come in una equazione dovrà succedere qualcosa d’altro, il risultato sarà ben definito. Non voglio sentir parlare di numero di morti, ricoverati, tutto il resto. Perché dovrebbero essere già ricompresi nei 21 indicatori iniziali. Sennò vuol dire che quegli indicatori non vanno bene, ma se non vanno bene allora vuol dire che il governo si deve dimettere tutto. Perché un cittadino rispetta le regole, se non le rispetta viene punito. E’ un contratto che deve essere onorato. Se iniziano ad essere messe in discussione le regole da chi le ha fatte, immediatamente diventano inapplicabili.
di Fabio Massa