Svizzera, il Covid preoccupa la valle del treno rosso del Bernina

Contagi e ricoveri in aumento in Val Poschiavo, al confine con la Valtellina, dove se entravi al bar con la mascherina ti guardavano male. Le autorità sanitarie bacchettano la popolazione che “banalizza la situazione”. Migliorano invece i dati in tutta la Confederazione.

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La situazione Covid preoccupa la piccola Val Poschiavo, in Svizzera, al confine con la provincia di Sondrio. La valle, che inizia a solo un chilometro da Tirano, ultimo comune italiano prima del confine, è nota soprattutto perché ci passa il famosissimo treno rosso del Bernina, la Ferrovia Retica, che parte proprio da Tirano e raggiunge il passo del Bernina per arrivare fino a S.Moritz e Coira. Mentre in Svizzera, nel complesso, i casi di Covid sono in diminuzione (3.700 circa al giorno nell’ultima settimana contro il picco di 9.220 del 4 novembre), in Val Poschiavo sono invece in aumento. A Brusio e Poschiavo il numero di positivi al virus continua a crescere e tra lunedì e giovedì scorsi si sono registrati 21 nuovi contagi. Un numero ridotto in valore assoluto ma che va paragonato all’esiguo numero di residenti, poco più di 4.600. Tra l’ospedale San Sisto di Poschiavo e la casa anziani del paese si contano 14 tra ricoverati e positivi.

Una veduta dall’alto della Val Poschiavo

Casi di positività si sono manifestati anche nel reparto di lungodegenza dell’ospedale, in quarantena a scopo precauzionale. Isolati anche gli ospiti dell’ospizio, a quanto scrive la stampa locale. Il Centro Sanitario Val Poschiavo ha  riferito che “se le ospedalizzazioni dovessero aumentare il personale si troverà in difficoltà a garantire un servizio adeguato”. Nella zona i casi totale da inizio pandemia sono 206 ma, di questi, 124 sono stati registrati solo negli ultimi 30 giorni. Il Centro Sanitario ha anche bacchettato la popolazione: “Si notano tuttora episodi di cittadini che non rispettano le distanze e ignorano le raccomandazioni banalizzando la situazione. Comportamenti irresponsabili che contribuiscono alla diffusione del virus”. Un atteggiamento notato anche da molti turisti italiani (quanto meno i più ligi alle regole – una volta tanto – italiane) che, fino a poche settimane fa e per tutta la scorsa estate, venivano spesso guardati con una certa aria tra la superiorità e il compatimento solo perché circolavano o entravano al bar o nei negozi indossando la mascherina (obbligatoria solo sui mezzi pubblici).

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