Sviluppo Sostenibile, luci e ombre nel Rapporto Lombardia di Polis

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E’ stato presentato oggi il ‘Rapporto Lombardia 2020 – Ripartire con lo sviluppo Sostenibile’ curato da Polis Lombardia. Si tratta dell’annuale monitoraggio condotto dal 2017 per verificare il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile posti dall’ONU con Agenda 2030. “Lo strumento per agevolare la ripartenza della nostra terra è il Piano Lombardia”, ha sottolineato Claudia Maria Terzi assessore a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Sostenibile, “il programma di investimenti che impegna 3,5 miliardi di euro per realizzare opere dal valore complessivo di 5,5 miliardi”. “Il Piano prevede”, dice ancora Terzi, “interventi per la mobilità sostenibile: dalle risorse per la sostituzione di veicoli pubblici inquinanti a quelle per le reti di infrastrutture a servizio della mobilità elettrica, oltre all’acquisto di ulteriori 39 treni nuovi destinati alle direttrici di collegamento con i siti olimpici e gli aeroporti”.
“Segnali positivi – ha evidenziato Armando De Crinito, direttore scientifico di Polis – giungono dall’aumentato numero di imprese femminili registrato (+7.000), mentre si attendono ricadute positive dai piani di welfare aziendali e da quelli ispirati alle linee guida dettate da Regione Lombardia. La crescita del patrimonio edilizio lombardo (+ 0,7% ogni anno) è accompagnata da un’aumentata efficienza energetica: “grazie alle programmazioni regionali, come il PEAR”.
Mentre Raffaele Cattaneo assessore all’Ambiente e Clima ha sottolineato: “La Lombardia anche quest’anno si misura con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e valuta il suo posizionamento anche per orientare conseguentemente le proprie politiche in materia di sostenibilità, a cominciare dalla sostenibilità ambientale, ma avendo attenzione alla dimensione più ampia della sostenibilità che è anche economica e sociale e che attraversa tutti settori”. “Lo sviluppo sostenibile infatti va scelto, non accade per inerzia. Ed è un driver fondamentale che – conclude – può aiutare la Lombardia a ripartire dopo la crisi generata da questa pandemia”.
Il rapporto ha messo in evidenza l’elevata percentuale di esposizione al rischio di povertà relativa e di esclusione sociale che caratterizza la fascia di età fra i 18 e i 34 anni, la più in difficoltà sia a livello nazionale (33,3%) sia a livello regionale (16,9%). In Lombardia il 61,5% dei giovani della fascia 15-24 sono assunti con un contratto a termine, percentuale che si attesta al 20,7% per la fascia 25-34 anni. Preoccupanti sono anche i numeri sul tasso di occupazione, che si attesta nel 2019 al 24,3% per la fascia 15-24 anni e al 78% per la fascia 25-34. I redditi mediamente percepiti ci raccontano poi che i più giovani (18-34 anni) percepiscono la metà rispetto ai 35-49enni.
Malgrado un aumento dell’1,6% delle donne occupate in Lombardia, il tasso d’occupazione regionale femminile (60,4%) rimane ben al di sotto di quello maschile (72,2%) nel range 15-64 anni. Vanno poi considerati in questo contesto il fatto che il 33% delle donne occupa una posizione con contratto part time, spesso involontario. Altro dato inquietante riguarda il numero di dimissioni e di risoluzioni consensuali che sono più che raddoppiate in Lombardia con un incremento del 123% fra il 2012 e il 2019.
Risultati si sono ottenuti dal punto di vista dell’incremento dell’efficienza energetica nelle abitazioni, anche grazie alle azioni dettate dalla Programmazione Energetica Regionale PEAR, ha consentito di avvicinarsi agli obiettivi di riduzione auspicati. Questo elemento positivo ai fini della sostenibilità si accompagna a quello che vuole la Lombardia in crescita costante per quanto concerne la produzione di energia da fonti rinnovabili contribuendo per il 14,9% del totale nazionale, soprattutto per quanto concerne il comparto elettrico. Va sottolineato inoltre come nel 2017 in Lombardia la percentuale di fonti energetiche rinnovabili sul consumo finale lordo sia pari al 13,8%, valore superiore rispetto agli obiettivi fissati per il 2020 dal Pacchetto Clima 20-20-20. Il tema casa è legato indissolubilmente a quello del consumo del suolo: incoraggiante è il costante recupero di aree dismesse, di periferie urbane degradate, di spazi di grandi e piccole-medie imprese che possono contenere lo spreco di questa fondamentale risorsa. Ma la Lombardia rimane una delle regioni che registrano un elevato consumo di suolo avvicinandosi ai 290.000 ha, pari a circa il 12% della superficie regionale (media italiana 7,1%).
In Lombardia non vi è ancora, secondo il rapporto, il pieno rispetto dei limiti anche per quanto concerne il PM2,5 e l’ozono troposferico. Soffermandosi sulle polveri e in particolare sul PM10 questo ha rispettato in tutte le stazioni del territorio regionale il limite di concentrazione media annua di 40 µg/m³. Di contro, per il limite giornaliero di 50 µg/ m³ che non deve essere superato per più di 35 giorni all’anno rimane inadempiente la maggior parte dei capoluoghi provinciali: Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Monza, Pavia.
Sulla produzione agricola sostenibile, la Lombardia è al primo posto della graduatoria nazionale con 7,64 miliardi di euro (59,3 il dato nazionale) interessando una superfcie di 931.600 ha. Non molto diffuse sono al momento in Lombardia le colture biologiche, riguardando solo il 2,8% delle superfci coltivate.
Per il comparto sanità, il rapporto 2020 evidenzia che la Lombardia poteva vantare prima del Covid-19, uniformemente fra le province e in costante crescita nel tempo, una speranza di vita alla nascita più elevata rispetto agli Stati europei (UE21): con 83,4 anni (85,7 anni per le donne; 81,3 anni per gli uomini) nel 2018 era ai primi posti fra le regioni italiane. L’anno 2020, fra l’altro, si era aperto con un calo di decessi rispetto alla media 2015-2019. Poi è giunta la pandemia. A inizio marzo così si inverte questa tendenza – legata direttamente o indirettamente al Covid-19, o anche non correlata ma determinata dalla crisi del sistema ospedaliero – e in Lombardia si riscontra un incremento marcato di decessi.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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