In Regione sono delinquenti. Al Governo pure. E gli altri anche

La pandemia è il terreno ideale per coltivare l'italiana passione per l'autoassoluzione e per la colpevolizzazione altrui // di Fabio Massa

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C’è qualcosa di perverso in quello che stiamo facendo alla classe dirigente italiana. Qualcosa di perverso ma anche di scontato, in Italia.

Mi spiego. L’Italia è il Paese cattolico per eccellenza, dove la prima cosa che si cerca è l’assoluzione dei peccati. O meglio, l’autoassoluzione perché in Italia nessuno confessa, ma tutti si confessano da soli e si assolvono. E per autoassolversi, per forza bisogna dare la colpa agli altri. Facciamo un esempio. Tutti a scagliarsi contro il Governo: perché non avete assunto più medici e infermieri? La risposta è semplice: perché non ce ne sono. La domanda vera dovrebbe essere: perché visto che siamo in sofferenza da anni su medici e infermieri c’è ancora il numero chiuso all’università? E perché questo blocco non è stato levato dall’attuale ministro, da quello che l’ha preceduto (Fioramonti) e da quello che l’ha preceduto a sua volta, il leghista Bussetti? Abbiamo bisogno sempre di dare la colpa a qualcuno, questo è certo. Altro esempio: le farmacie devono approvvigionarsi del vaccino antiinfluenzale da sole. Non è la Regione che deve farlo, e questo è un fatto stabilito dalla legge. Però ogni volta che uno entra in farmacia, ovunque in Italia, la cosa che viene detta è: non li abbiamo perché la Regione non ce li manda. Autoassoluzione e colpa sull’altro, come da copione. Poi c’è una fattispecie ancora peggiore, che è quella della ricerca del colpevole a tutti i costi. Anche quando di colpevoli non ce ne sono. Per esempio, sulle forniture mediche durante la prima ondata: perché non avete mandato le mascherine qui o là? Risposta: semplicemente perché non ce ne erano. E questo vale per molto altro materiale. Certo, uno se la può prendere con Fontana, con Arcuri (per il quale non nutro alcuna simpatia) con Conte e con Soros, ma il problema non cambia: i medici non si fabbricano, e le mascherine sì, ma se tutti le vogliono bisogna aspettare. Idem per i tamponi. Tutti a urlare che non se ne facevano abbastanza durante la prima ondata. Non c’era il reagente. E non ne arrivava. Certo, si sarebbe dovuto avere un piano pandemico: giusto, corretto. Dovremmo avere anche un piano sismico probabilmente, e un piano di monitoraggio dei ponti sulle provinciali, e un programma per prevenire i maremoti. Ma davvero qualcuno pensa che funzioni così? Nel mondo ideale, forse, che non è quello reale. Dunque, il reagente per i tamponi non c’era. Che cosa bisognava fare? Adesso in Lombardia ne fanno una quantità spaventosa ma ci si lamenta che manca il tracciamento semplicemente perché umanamente è impossibile tenere conto dei positivi. Forse bisognava assumere decine di persone per farlo, questo tracciamento. Ma sicuri che sia così semplice. Mai nessuno che si faccia una domanda semplice semplice: può essere che qualche politico sia imbecille, è cosa certa. Ma come è possibile che siano imbecilli TUTTI: dirigenti, politici di ogni ordine e grado, i giovani che infettano, i vecchi che se ne vanno in giro, tutti? Tutti imbecilli. Tutti ladri, assassini. Certo, possiamo crocifiggere tutti, ma il risultato qual è? Che queste persone, questi dirigenti, questi medici, questi ministri, questi assessori non saranno incoraggiati a fare meglio, ma a prendersi meno responsabilità. Il che però – e sia chiaro – non vuole dire scudo totale e assoluzione completa eh. Uno furbo, come fanno negli altri Paesi, direbbe: fate del vostro meglio, assolutamente, ma occhio a non sbagliare perché alla fine cercheremo tutte le responsabilità, così come stabilisce la legge. Quando l’emergenza è finita. Invece qui, nel bel mezzo di una guerra, si aprono inchieste e scandali praticamente su tutto, quando ci sono e quando anche non ci sono. Si chiedono dimissioni e commissariamenti a qualunque livello quando invece bisognerebbe solo stringere i denti, tenere duro, lavorare insieme.

di Fabio Massa

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